
Palermo, 15 nov. (AdnKronos) - Sarà emessa oggi la parola fine sull'omicidio di Carmela Petrucci, la studentessa palermitana di 17 anni uccisa il 19 ottobre 2012 nell'androne di casa dall'ex fidanzato della sorella, Lucia Petrucci, che rimase gravemente ferita. Sia in primo che in secondo grado Samuele Caruso, reo confesso, è stato condannato all'ergastolo. E oggi è in corso, davanti alla Corte di Cassazione, l'udienza nel corso della quale il Procuratore generale ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell'imputato che oggi ha 26 anni. Nei primi due processi c'era stata una vera e propria guerra di perizie sullo stato mentale dell'assassino, Samuele Caruso. Secondo il perito del gup, Samuele Caruso al momento del delitto "era sì capace di intendere ma non di volere". Un vizio parziale di mente che gli avrebbe impedito di agire con premeditazione. Ma poi furono eseguite altre perizie da cui emerse che l'imputato era capace al momento dell'uccisione. Nell'ultima udienza del processo d'appello, poco prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, Caruso aveva anche chiesto perdono alla famiglia per avere ucciso Carmela Petrucci, studentessa brillante del liceo Umberto, molto amata da tutti. Ma il padre della ragazza aveva rispedito al mittente la richiesta di perdono: "Questo mostro ha chiesto perdono, fingendo commozione, per avere uno sconto di pena, speriamo che i giudici non si siano fatti impietosire. Sarebbe come uccidere una seconda volta la nostra Carmela...", aveva detto Serafino Petrucci. Poche ore dopo arrivò la sentenza d'appello: ergastolo. "La nostra vita è distrutta, la nostra famiglia è distrutta", hanno sempre ripetuto i Petrucci che hanno partecipato a tutte le udienze. Lucia Petrucci, che all'epoca aveva appena 18 anni, riuscì a sopravvivere, ma rimase gravemente ferita dalle decine di coltellate ricevute da Caruso, con cui aveva avuto una brevissima relazione sentimentale. Oggi studia all'università.
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