
Roma, 28 nov. (AdnKronos) - Monta la vicenda firme false a Palermo, con i tre deputati coinvolti -Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita- fermi sulla decisione di non sospendersi dal M5S, e i tre neo probiviri chiamati a prendere la decisione al posto loro a stretto giro. La sospensione di Nuti, Mannino e Di Vita potrebbe arrivare già domani. Mentre monta rabbia e amarezza tra i colleghi, convinti che se i diretti interessati si fossero autosospesi autonomamente settimane fa, probabilmente si sarebbe evitata la frattura che si è venuta a creare. Con i vertici ma non solo.Lo scorso weekend il direttivo M5S di Montecitorio -ovvero capogruppo e vice, presidente, delegati d'Aula, tesoriere- ha invitato i deputati coinvolti nella vicenda a fare un passo indietro, come chiesto dal blog di Grillo. Ma il gruppo di palermitani, a quanto apprende l'Adnkronos, l'avrebbe presa parecchio male e sarebbero volati stracci. L'accusa mossa dai siciliani al direttivo è stata quella di fare gli interessi dei vertici, telecomandati dalla Casaleggio associati. Mentre i diretti interessati avrebbero preso autonomamente la decisione di mediare, anche per tutelare i colleghi palermitani e Beppe Grillo, che ancora una volta si trova a gestire una situazione complicata e infatti coi suoi ricorre alla consueta ironia: "Pronto, si accettano solo buone notizie", rispondeva a chi da Roma lo contattava al telefono nei giorni scorsi. Intanto su Nuti e gli altri aleggia il fantasma dell'espulsione dal Movimento. Anche se nell'immediato si procederà con la sospensione.
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