
Roma, 29 nov. (AdnKronos) - Matteo Renzi ha evocato la cosa più volte. "Se va male non sarò della partita", ha detto. E poi rivolto a Silvio Berlusconi: "Al tavolo ci troverà Grillo e D'Alema, non me". E ancora: "Non sto lì a vivacchiare, per la logica della palude ci sono altri più bravi di me". E via dicendo. Oggi il Corriere della Sera ha parlato di possibili dimissioni anche in caso di vittoria del Sì. Scenario ridimensionato da palazzo Chigi ma un'uscita di scena con il No è un'ipotesi a cui allude, spesso ed esplicitamente, lo stesso Renzi. Però nel Pd, al momento, pochi condividono uno sbocco del genere dell'esito del referendum. Il fatto che Renzi resti comunque a palazzo Chigi unisce componenti dem divise dai tempi del congresso e anche del voto referendario. Per dire, i bersaniani da tempo sostengono apertamente che il premier resti in ogni caso al suo posto. Stessa linea di Dario Franceschini, punto di riferimento di un'area molto consistente dei parlamentari dem. "Per noi Renzi deve restare anche se vince il No perchè questo non è un voto sul governo e questa sarà la nostra posizione nei gruppi parlamentari e nel partito", dice Davide Zoggia della minoranza dem. Nella Sinistra Pd in molti sono convinti che, nonostante l'evocazione di dimissioni, alla fine il presidente del Consiglio potrebbe comunque restare al suo posto. "Un conto è la campagna elettorale, un conto poi è andarsene davvero rischiando di non tornarci più a palazzo Chigi".
Leggi anche