Mafia: colonnello Di Stasio, 'droga' mercato, fondamentale confisca beni boss (2)

cronaca
AdnKronos
(AdnKronos) - Gli 'affari' prediletti da Cosa nostra restano quelli tradizionali: il racket delle estorsioni, l’usura, il traffico di stupefacenti, il pizzo sugli appalti pubblici, la gestione dei centri scommesse, il controllo delle slot machine o delle sale il bingo. "Attività criminali – prosegue Di Stasio – da cui la mafia trae risorse finanziarie che investe nei circuiti dell'economia legale, tentando di 'pulire' il denaro ricavato". In questo modo "l’economia mafiosa 'droga' quella legale, alterando i principi del libero mercato e della concorrenza leale, facendo leva sul connubio tra le ingenti somme di denaro disponibili e la forza intimidatrice".Ecco perché la confisca dei beni mafiosi ha un duplice risultato. Da un lato fiaccare Cosa Nostra, colpendola in quello che ha di più caro, dall'altro "affermare la sovranità dello Stato con la restituzione ai cittadini e alle Istituzioni dei patrimoni illecitamente accumulati dalla mafia. L'impiego per finalità sociali del bene confiscato costituisce un importante strumento per l’affermazione e la diffusione della legalità" spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. "Occorre non perdere la memoria della provenienza del bene, specie quando viene impiegato come presidio di legalità - conclude -. Oggi solo l’Arma ha nella provincia di Palermo 10 strutture oggetto di confisca che sono state adibite a Stazione Carabinieri, vero e proprio comando a vocazione territoriale, tra cui quella istituita nel quartiere dello Zen".

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