
Roma, 28 dic. (AdnKronos) - "Possono sembrare circostanze straordinarie, ma non lo sono. L’Italia interviene in una banca mentre altri Paesi, in epoche precedenti, sono intervenuti sull’intero sistema. Lo abbiamo fatto dopo esserci rivolti al mercato e perché si trattava del terzo istituto del Paese: non potevamo esporre clienti e risparmiatori al rischio di una risoluzione. Alla fine siamo stati quelli che più hanno aderito alla sostanza delle regole europee". A sottolinearlo è il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in un'intervista a 'La Stampa', interpellato sulla vicenda Mps. "Si può discutere se sia bene o male. Ma non sul fatto che non si tratta di una anomalia", dice Calenda.Quanto al rischio che possano saltare i parametri sui conti pubblici negoziati con l’Europa, "la procedura che ha portato all’intervento pubblico è stata seguita passo-passo dalla Commissione. L’intervento principale è considerato fuori dal Patto di Stabilità. Ci saranno maggiori interessi, ma è una cifra contenuta. Oltretutto, è una 'una tantum' che non pesa sulla dinamica del deficit strutturale".Il ministro Calenda parla anche del caso Alitalia. "Il piano industriale non ha funzionato, gli azionisti hanno lavorato con le banche finanziatrici, e il governo ha dato una mano, ben consapevole che non era una azienda statale ma certamente fondamentale per un paese che vive di turismo e “made in Italy”. Abbiamo agito da facilitatori e continueremo a farlo", assicura Calenda.
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