
Palermo, 3 mag. (AdnKronos) - Con l'accusa di tentato omicidio la Polizia di Stato di Palermo ha eseguito all'alba di oggi due arresti emessi dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica. In carcere sono finiti Vincenzo Viviano e Vincenzo Maranzano, ritenuti responsabili, in concorso, del tentato omicidio di Khemais Lausgi, alias Gabriele Alì, avvenuto il 6 ottobre 2016 allo Zen. "Il fatto - come spiegano gli inquirenti - aveva destato un notevole allarme sociale sia per le modalità esecutive, con un accoltellamento all’addome e delle ferite da arma da sparo, sia per il verificarsi, pochi giorni dopo, del tentato omicidio ai danni di Benedetto Moceo, commesso con un colpo d’arma da fuoco dal figlio successivamente tratto in arresto".Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura della Repubblica, svelano "una forte conflittualità all’interno del popolare quartiere Zen, dovuta prevalentemente al controllo delle piazze di spaccio (che, principalmente, fanno riferimento ai singoli padiglioni che compongono il quartiere) e degli altri affari illeciti che si svolgono tra le vie del quartiere". In questo caso, il conflitto è avvenuto fra due gruppi rivali: uno che fa riferimento agli arrestati di oggi e l’altro alla vittima, ritenuta "criminale emergente nel panorama dello Zen", già destinatario di diversi provvedimenti giudiziari per reati connessi agli stupefacenti.In particolare, questi gruppi che vanno affermandosi all’interno dello Zen sono prevalentemente composti "da ragazzi molto giovani e spregiudicati provenienti da realtà difficili e, in alcuni casi, con dei collegamenti o parentele con appartenenti a Cosa Nostra".
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