
Roma, 7 lug. (AdnKronos) - "La nostra scelta europeista ha radici lontane. L’Unione europea non è un’opzione, però c’è bisogno di una Politica agricola comune diversa da quella in essere". Ad affermarlo è Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura durante la sua relazione che ha aperto i lavori dell'Assemblea generale della confederazione agricola. "L’attuale assetto normativo risulta troppo complicato per gli agricoltori e per le amministrazioni nazionali. Occorre una reale semplificazione - ha spiegato Giansanti - il sistema vigente non è in grado di garantire un’ordinata gestione dei mercati nelle situazioni di grave crisi. Non è idoneo ad assicurare una soddisfacente stabilità dei redditi, di fronte alla crescente volatilità dei prezzi". Inoltre, secondo il rappresentante degli imprenditori "vanno ripensate le finalità degli aiuti diretti per concentrare l’attenzione sulle imprese che producono per il mercato, che creano occupazione, che sono in grado di aprirsi all’innovazione tecnica per accrescere la competitività". Una buona Pac richiede un adeguato ammontare di risorse finanziarie. "In vista delle discussioni sul quadro finanziario pluriennale dopo il 2020, diciamo subito - ha aggiunto - che non è possibile rilanciare in modo credibile la costruzione comune con i tagli della spesa agricola. La Pac deve essere mantenuta all’altezza delle sue ambizioni ed avere un bilancio adeguato alla sua mission che - ha concluso - sta diventando sempre più complessa, visto che la situazione dei mercati è sempre più instabile e che è necessario intervenire sulle economie agricole".
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