
(AdnKronos) - Le testimonianze concordi delle maestre e le modalità dell’incontro hanno portato il giudice a sostenere che “mancano del tutto le caratteristiche peculiari dell’abuso della professione”. La giornalista, aggiunge, "non si è mai fregiata del titolo di guida turistica, non ha ricevuto alcun compenso e la visita non è stata organizzata con lo scopo di illustrare le caratteristiche culturali, storiche e artistiche delle Catacombe". Il giudice non manca poi di sottolineare che i casi di possibile abuso vanno valutati di volta in volta, “esaminando le singole fattispecie, altrimenti si potrebbe da un lato abusare della professione, dall’altro ci sarebbe una limitazione della libertà di espressione”. In questo modo trova riconoscimento il "diritto di critica, di narrazione e di commento"."Per me si tratta della fine di un lungo incubo dai contorni kafkiani. Grazie di cuore a tutti voi, che mi avete supportata con grande generosità. E grazie a Dario Piombino-Mascali, conservatore delle Catacombe dei Cappuccini, al presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena - che con le loro lettere aperte al sindaco mi hanno dimostrato affetto e solidarietà, esponendosi in prima persona - e a Franco Nicastro, che mi ha sostenuta e mi ha dimostrato nei fatti il significato delle parole "senso civico" - dice oggi Alessia Franco - Ma confesso che è stata dura difendersi da ciò che non si è commesso, soprattutto da un punto di vista emotivo".
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