
Genova, 29 set. (AdnKronos Salute) - Esiste una relazione diretta tra parodontite e diabete? Il trattamento di questa patologia del cavo orale potrebbe portare anche una riduzione dell'emoglobina glicata pari allo 0,4%. Questi i temi alla base del convegno promosso dall'Associazione medici diabetologi (Amd) che si terrà domani a Genova, presso l'Hotel Melià. Un'occasione per approfondire questo complesso rapporto perché chi soffre di diabete ha un rischio da due a tre volte maggiore, rispetto a un soggetto non diabetico, di sviluppare disturbi cronici del cavo orale, come la parodontite; allo stesso tempo, spiegano gli esperti dell'Associazione, questa patologia può essere un fattore di rischio per l'insorgenza del diabete, ed esiste una relazione fra gravità ed estensione della parodontite e peggioramento del controllo glicemico. "Amd sta lavorando per far sì che, utilizzando come criteri di valutazione l'età, il peso, i valori morfometrici e l'eventuale presenza di parodontite sia possibile, anche presso lo studio del dentista, identificare precocemente soggetti affetti da diabete e ignari della propria condizione, e avviarli precocemente verso percorsi diagnostico-terapeutici adeguati, gestiti dal medico diabetologo", evidenzia Luca Lione, ex coordinatore del gruppo Oral Care Amd e responsabile scientifico dell'evento 'Diabete e parodontopatia: una relazione biunivoca'. "Solo la diagnosi precoce e l'attuazione di una terapia tempestiva - continua Lione - sono in grado di prevenire e contrastare le complicanze che si associano al diabete". "Studi epidemiologici indicano che il 50% dei soggetti ha un'infiammazione gengivale reversibile, mentre la parodontite - spiega il responsabile del convegno - caratterizzata da sanguinamento, alitosi, gonfiore gengivale e mobilità dentale, colpisce il 5-15% della popolazione in forma grave. Nei pazienti diabetici questa patologia può contribuire a rendere più difficile il controllo metabolico ed è associata all'insorgenza di complicanze". Diversi studi stanno confermando, spiegano gli esperti, come il trattamento della parodontite, secondo appositi protocolli di intervento, porti a una riduzione dell'emoglobina glicata pari allo 0,4%, con un miglioramento delle condizioni di compenso della malattia e benefici che interessano le altre numerose complicanze micro e macrovascolari. "Il limite maggiore degli studi condotti finora è dato dal numero ridotto di pazienti coinvolti", commenta il presidente dell'Amd, Domenico Mannino. "L'obiettivo dell'incontro di domani è fornire ai diabetologi una formazione di base su una complicanza ancora misconosciuta, e favorire la definizione di programmi di prevenzione finalizzati a evitare che il paziente arrivi a perdere elementi dentari. Infatti, oltre a peggiorare la gestione del diabete, incidendo sul controllo metabolico, la parodontite aggrava la malattia diabetica anche perché porta alla caduta dei denti. Questo significa che il paziente vede compromessa la propria capacità di masticazione e finisce col prediligere - conclude Mannino - cibi ad elevato indice glicemico (pasta, riso, frutta), con un evidente impatto negativo sul compenso glico-metabolico".
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