
San Juan, 30 set. (AdnKronos) - Se non arriveranno aiuti al più presto, a Porto Rico si rischia il genocidio, gli Stati Uniti facciano qualcosa. L'allarme, unito all'appello diretto a Donald Trump, è stato lanciato dal sindaco della capitale San Juan, Carmen Yulin Cruz, secondo cui, dopo il passaggio degli uragani Jose e Maria, se non arriveranno acqua e generi alimentari "assisteremo a qualcosa vicino al genocidio". "Qui stiamo morendo - ha detto la Cruz, con le lacrime agli occhi - Non riusciamo a immaginare che la più grande nazione al mondo non possa rivolvere i problemi logistici per una piccola isola di 160 chilometri quadrati per poco meno di 60. Aiutateci, mayday, siamo in difficoltà". Quindi il sindaco della capitale si è rivolta direttamente al presidente: "Signor Trump, la sto implorando di prendersi carico della cosa e di salvare delle vite. Dopo tutto, questo è uno dei principi fondanti degli Stati Uniti d'America. Altrimenti il mondo vedrà che siamo trattati non come cittadini di serie B ma come animali di cui disporre. Quando è troppo è troppo".Ieri, Trump, rispondendo alle critiche rivolte all'amministrazione Trump per non aver fornito al territorio Usa aiuti con la stessa velocità ed efficacia che è stata dimostrata in Texas, Florida, aveva detto che portare aiuti a Porto Rico devastata dall'urgano Maria è molto complicato perché "è un'isola circondata dall'acqua, dall'acqua dell'Oceano". Parlando poi della ricostruzione "massiccia" che sarà necessaria nell'isola, il presidente aveva sottolineato che un'altra difficoltà è costituita dall'enorme debito che ha il governo portoricano. "In ultima analisi il governo di Porto Rico dovrà lavorare con noi per determinare come questa massiccia ricostruzione sarà finanziata - ha detto riferendosi al debito di 70 miliardi di dollari - e quello che dovremmo fare con l'enorme debito già esistente".
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