
Firenze, 24 ott. - (AdnKronos) - "Bullismo contro mio figlio down: umiliato e deriso da tre coetanei". Denuncia choc di una madre: il ragazzino costretto a mangiare la merenda gettata nelle docce. La vittima dei bulli è un ragazzo di 13 anni, con la sindrome di down. Il fatto è accaduto all'interno degli spogliatoi di una nota società sportiva di Bagno a Ripoli (Firenze). A difesa della giovanissima vittima dell'atto di bullismo si è schierato un altro ragazzo, anche lui di 13 anni: si è messo in mezzo tra lui e i tre bulletti, ha intimato loro di smettere e di vergognarsi per quanto hanno fatto. La vicenda avvenuta pochi giorni fa è stata resa pubblica dalla mamma del ragazzo che tramite Facebook ha ringraziato il 13enne che ha difeso il figlio. "Ci sono ancora ragazzini che non si piegano ai soprusi - scrive la mamma - che denunciano che chiedono giustizia, che mettono a repentaglio la loro tranquillità per un amico. Quel ragazzo ha dimostrato un coraggio, una correttezza, una forza che quei tre messi insieme non avranno mai".E riferendosi ai tre bulli, la mamma scrive: "Chissà se da ciò che hanno fatto potranno crescere. Lo auguro a loro e alle loro famiglie. Ma tu, figlio mio, hai tanti amici che ti vogliono bene perché sei tu, non per pietà o per fare una buona azione. Sono più gli amici che vogliono ridere con te di quelli vogliono ridere di te".Il post della mamma è stato condiviso sul profilo Facebook del sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, che ha parlato personalmente con la signora, sua concittadina. "In quello che è accaduto" al ragazzo "credetemi, c'è qualcosa di bello e ve lo voglio raccontare, così come la sua mamma lo ha raccontato a me poco fa, quando l'ho sentita per telefono per sapere cosa fosse successo - scrive il sindaco - La cosa bella, su cui mi voglio soffermare, si chiama M. ed è il compagno" del 13enne "che ha tentato di difenderlo quando alcuni ragazzi gli hanno buttato la merenda nell'acqua della doccia per poi costringerlo a mangiarla. Il suo intervento lì per lì non è riuscito a fermare le prese in giro". "Ma il fatto che non sia rimasto indifferente di fronte a una ingiustizia, che abbia avuto il fegato di farsi avanti, di cercare di convincere i compagni a non prendersela con un amico con meno difese e poi di denunciare tutto all'insegnante è importantissimo - scrive sempre il sindaco - Lo è" per la vittima, per "i suoi coetanei e per tutti noi". "Il coraggio di M. è una speranza, un seme che deve essere coltivato", continua il sindaco esprimendo il desiderio di incontrare i due 13enni "per poter stringere la mano a entrambi e ringraziarli per averci mostrato con i fatti che il buono e le storie belle ancora esistono e dobbiamo tenerle con noi e farne tesoro".
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