
(AdnKronos) - “Il 2019 sarà un anno difficile e di sfida, ma l’Italia può farcela se applicherà la ricetta per la crescita, ovvero meno spesa pubblica e meno tasse”, commenta il segretario della Cgia, Renato Mason. “Per ammortizzare la frenata del Pil – prosegue – bisogna assolutamente evitare l’aumento dell’Iva. Cittadini e imprese non possono più pagare il conto dell’incapacità della politica di affrontare con decisione una volta per tutte il tema della razionalizzazione delle uscite totali”. Con una pressione fiscale che, nonostante le promesse, per l’anno in corso è destinata addirittura ad aumentare, fare impresa è sempre più difficile, anche perché le tasse sugli immobili hanno raggiunto una soglia inaccettabile. “Sebbene sia stata presa qualche misura a favore delle imprese, il quadro generale rimane sconfortante. Mi preme sottolineare – conclude Zabeo – che il capannone non viene ostentato dal titolare dell’azienda come un elemento di ricchezza, ma come un bene strumentale che serve per produrre valore aggiunto e per creare posti di lavoro, dove la superficie e la cubatura sono funzionali all’attività produttiva esercitata. Accanirsi fiscalmente su questi immobili continua a non avere alcun senso, se non quello di fare cassa, frenando però l’economia reale del Paese”. A livello territoriale il maggiore prelievo Imu-Tasi si verifica in Valle d’Aosta: nel 2018 il gettito pro-capite è stato pari a 712 euro, contro una media nazionale di 348 euro. Particolarmente sostenuto anche il gettito pro capite presente in Liguria (583 euro), in Trentino Alto Adige (499 euro) e in Emilia Romagna (436 euro).
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