
Milano, 4 apr. (AdnKronos) - Il settore del vino funziona, in Italia, e va meglio di altri. Nel 2018 c'è stata una notevole crescita del fatturato totale delle principali società italiane attive nel comparto vinicolo, che mette a segno un +7,5% rispetto al 2017. Un risultato importante, specialmente se confrontato con quello della manifattura (-7,2%) e dell’industria alimentare (-4,6%). Rispetto al 2013 l’incremento del fatturato è ancora più evidente (+27,1%), così come l’aumento dell’export (+31,9%) e del fatturato domestico (+22,4%). E' quanto emerge dalla nuova edizione dell'indagine dell'area studi Mediobanca sul settore vinicolo italiano e internazionale.Tra i comparti, il maggiore sviluppo nel fatturato lo registrano le cooperative (+9,2%), trainate dal mercato interno (+13,6%). Le Spa e le srl sono in crescita del 6,7% (+7% all’estero), mentre gli spumanti e i “vini non spumanti” crescono rispettivamente del 7,1% e del 7,6%. In Italia, sono 168 le principali società che operano nel settore e che nel 2017 hanno fatturato più di 25 mln. Nel 2018 i primi tre top seller italiani sono Cantine Riunite-Giv, che si conferma prima per fatturato (615 mln, +3,1% ), Caviro (330 mln, +8,6%) e Antinori (230 mln, +4,5%). Ai piedi del podio Fratelli Martini, passato dalla quinta alla quarta posizione e Zonin. Botter è sesta, seguita da Cavit, mentre stabile al settimo posto c'è Mezzacorona. Chiudono la Top10 Enoitalia e Santa Margherita. Cosa si aspettano gli operatori per il 2019? L’82,6% degli intervistati prevede di non subire un calo delle vendite; il 10,5% crede in un aumento del fatturato in doppia cifra e il 17,4% si aspetta una flessione dei ricavi. In generale, rileva l'ufficio studi di Mediobanca, permane un certo ottimismo anche se sembrano remote le possibilità di ripetere l’exploit del 2018. Le attese per l’export seguono la stessa prospettiva ma con più fiducia, specialmente tra i produttori di spumanti.
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