
Milano, 4 apr. (AdnKronos) - L'uscita del Regno Unito dall'Unione europea avrà conseguenze sulle imprese italiane, ma l'impatto non sarà rilevante. E' quanto sostengono 500 imprese attive con l'estero sentite da Promos Italia, agenzia italiana per l'internazionalizzazione. Secondo il sondaggio, per le imprese attive all’estero "le conseguenze ci saranno per quasi la metà, ma saranno ridotte". Le conseguenze "non saranno rilevanti" per la maggioranza degli operatori. Ma il 40% di chi ha risposto al questionario si aspetta un calo comunque contenuto e in genere inferiore al 10% del proprio business estero, come conseguenza dei diversi rapporti con le imprese britanniche. "Il Regno Unito è un mercato importante per l'export delle nostre imprese -commenta Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia- secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non impatteranno significativamente sul loro business internazionale, anche se delle conseguenze sono attese. Siamo in una fase di incertezza e molti degli sviluppi futuri nei rapporti economici con i Paesi europei potranno dipendere dalle scelte del governo britannico". L’interscambio italiano con il Regno Unito vale 35 miliardi di euro circa, di cui 23 miliardi di export e 11 miliardi di import. La Lombardia è la prima regione con il 26% degli scambi nazionali, seguita da Emilia Romagna (5,6 miliardi, 16,2%) e Veneto (4,4 miliardi, 12,7%). Tra le province è prima Milano con un decimo dell’interscambio italiano, seguita da Roma (1,5 miliardi, 4,3%) e Torino (1,4 miliardi, 4,2%). Superano il miliardo anche Bologna, Vicenza, Modena, Livorno e Treviso. Seguono Bergamo e Brescia. Tra le prime dieci crescono di più Bologna (+18,6%), Modena (+9,4%) e Brescia (+8,4%).
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