
Tripoli, 15 apr. (AdnKronos/Europa Press/Dpa) - Sale di ora in ora il bilancio delle vittime in Libia. Sono 147 i morti e 614 i feriti, provocati dall'offensiva sferrata dalle forze fedeli al generale Khalifa Haftar contro Tripoli. Lo rende noto l'Organizzazione mondiale della Sanità: "Stiamo inviando rifornimenti sanitari in appoggio agli ospedali dell'area di Tripoli", che sono travolti dall'emergenza, ha reso noto l'Organizzazione su Twitter. Oggi un'autobomba è esplosa nella zona di Sidi Khalifa nel centro di Bengasi, nella Libia orientale. Lo riferisce il quotidiano Libya Observer citando fonti ben informate e spiegando che obiettivo dell'attentato era colpire il responsabile della direzione dell'antiterrorismo di Bengasi, il colonnello Adel Barghati. L'esplosione è avvenuta al passaggio del convoglio sul quale viaggiava Barghati, che è rimasto illeso. Il colonnello e i suoi accompagnatori sono infatti stati colpiti da schegge provocate dell'esplosione e sono stati trasferiti in ospedale. La protezione civile è giunta sul luogo dell'attentato per spegnere l'incendio e ha rimuovere i detriti. "Abbiamo un rapporto di stretta collaborazione con diversi Paesi, compresa l'Italia" ha detto all'Adnkronos David Satterfield, consigliere speciale del dipartimento di Stato americano per il Medio Oriente. "Stiamo seguendo la situazione, sosteniamo il lavoro dell'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamé. Guardiamo con particolare preoccupazione alla situazione dei civili", dice Satterfield. "Chiediamo a tutte le parti coinvolte di considerare le conseguenze delle rispettive azioni sui civili e chiediamo la ripresa del dialogo politico", aggiunge. "Comprendiamo la preoccupazione dell'Italia, vista la vicinanza della Libia. Sappiamo che l'Italia vuole una soluzione che garantisca stabilità alla Libia. E' quello che vogliono anche gli Stati Uniti". "Siamo preoccupati, la Libia ha bisogno di stabilità attraverso una soluzione politica. Vogliamo vedere una soluzione rapida che garantisca stabilità al paese e alle nazioni vicine", aggiunge Satterfield in una conference call. "La domanda che tutti devono porsi è: 'Quale soluzione è destinata ad avere un effetto a lungo termine?'.
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