Violenza su donne: Valente, 'Pd astenuto su norma propaganda'

politica
AdnKronos
Roma, 3 mag (Adnkronos) - "Il Pd si è astenuto sul Codice rosso esattamente con le perplessità che oggi confermiamo anche su questa legge. Anche allora la strada era secondo noi metterci soldi e risorse e investire sulla formazione delle forze dell'ordine". Lo ha detto la senatrice del Pd Valeria Valente, che ha parlato nell’Aula del Senato annunciando il voto di astensione del Pd sul Ddl che dispone la revoca dell’assegnazione del caso se il Pm non ascolta la donna entro i 3 giorni dalla denuncia di violenza."Non tutte le donne vogliono essere ascoltate dal Pm entro 3 giorni dalla denuncia di violenza, molto spesso la donna non se la sente di rivivere il trauma della violenza -ha spiegato Valente-. Molto spesso incalzare le donne può minare addirittura l’esito del procedimento, perché mina la credibilità del racconto che quella donna fa contro la sua volontà, con uno stato emotivo importante"."Noi abbiamo scelto di dare voce a quelle donne, agli operatori, ai Pm che abbiamo audito e che ci hanno confermato le perplessità. E dico alla maggioranza: sulla base di quali dati e numeri le donne non vengono ascoltate entro i 3 giorni? Diteci quando accade che le donne non vengano ascoltate, perché questo non è -ha proseguito la senatrice del Pd-. Come Commissione di inchiesta sul femminicidio abbiamo appurato che solo il 15 per cento delle donne che subiscono violenza sporge denuncia, il 67 non ne parla nemmeno". (Adnkronos) - "Una donna oggi non denuncia perché non viene ascoltata entro 3 giorni? No, non denuncia perché non viene creduta, perché ha paura e non viene protetta. Il tema non è dunque il tempo ma la qualità dell’ascolto”, ha sottolineato Valente. "Ho sentito dire: possiamo anche votare a favore, danni non ne fa. Danni sicuramente non ne fa, perché il procuratore capo ha già oggi il potere di revoca. Ma siamo convinti che chiamare tutto il Parlamento a votare una legge di questo tipo non distolga l’attenzione su quali sono le vere questioni? Siamo sicuri che sia giusto mettere i pm sul banco degli imputati? -ha proseguito- Una volta mettiamo sotto accusa la donna che si deve sentire di parlare con il pm entro 3 giorni dalla denuncia, una volta mettiamo sotto accusa i pm. Ma vogliamo una volta mettere al centro della nostra attenzione gli uomini violenti?"."Resto basita e amareggiata perché il nostro ddl con lo stesso oggetto, così come il ddl a prima firma Gelmini sono stati ritenuti affrontare temi troppo generali, mentre maggioranza e governo volevano fare un’operazione chirurgica. Ma è quella di questa legge la strada maestra, più giusta e più efficace? Il nostro testo provava a mettere al centro il comportamento degli uomini violenti, per aumentare il ricorso alle misure cautelari", ha detto ancora Valente. (Adnkronos) - "L’automatismo scatti allora per il braccialetto elettronico, che deve essere usato sempre e comunque quando si adotta una misura cautelare. Più misure cautelari, più braccialetto elettronico e più specializzazione degli operatori della giustizia: queste sono le misure da mettere al centro. Vogliamo però continuare a credere che su questa materia non esistano atteggiamenti di parte, né bandierine e che il percorso che ha registrato in quest’aula importanti convergenze non sarà interrotto. Registriamo con favore la messa all’ordine del giorno del nostro ddl in Commissione Giustizia, che credo sarà incardinato domani. Per questo, nonostante le tantissime perplessità di merito, il Pd ha deciso per il voto di astensione”, ha concluso Valente.

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