Eutanasia: Fioroni, 'interesse partito non può prevaricare libertà coscienza'

politica
AdnKronos
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Il caso esploso in Veneto a causa del rifiuto di Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Pd, di approvare la 'legge Zaia' sul fine vita, ha rivelato l’assurdo pregiudizio che subordina platealmente all’interesse di partito la maggiore delle libertà, quella della coscienza. È accettabile una censura in nome di un’etica di partito? Siamo al paradosso. Si discute addirittura di provvedimenti disciplinari per il fatto che la Bigon avrebbe dovuto calibrare il suo dissenso, in pratica accettando, con l’uscita dall’aula al momento delle votazioni, di consegnarlo a una dimensione di pura testimonianza, senza alcuna incidenza sull’esito della deliberazione". Così Beppe Fioroni sul Domani d'Italia. "Se fosse una questione tutta interna al Pd, potremmo fare a meno di discuterne. È però evidente che l’atteggiamento di un partito, per altro essenziale nel quadro di un sistema alla costante ricerca di nuove regole di equilibrio, è destinato a riverberarsi sul complesso della vita democratica. Stupisce la leggerezza con la quale il gruppo dirigente del Nazareno sia rimasto a guardare gli sviluppi di una iniziativa che ruotava attorno alla rivendicata adeguatezza della Regione a legiferare, anche in mancanza di una legge cornice del Parlamento, su una materia a dir poco delicata. Stranamente, si contesta l’autonomia differenziata e si avalla, al tempo stesso, un’operazione al cui confronto la differenziazione territoriale alla Calderoli appare un esercizio di politica naïve"."Viene anche da dire, in conclusione, che la legittimità del “centro” nello spazio della democrazia sta proprio in questa superiore aspirazione alla temperanza di valori e realtà, per non scivolare, anche solo involontariamente, nella logica di una libertà senza equilibrio e senza tolleranza. La nostra “libertas” mantiene aperto lo spazio della coscienza, non è l’orpello di una volontà di omologazione in ossequio a ciò che appare o pretende di apparire un simbolo di progresso".

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