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Olbia, violenza domestica e di genere
Il Consultorio della Asl lancia allarme

di Antonella Brianda


OLBIA. Anche il Consultorio della Asl di Olbia lancia un grido d'allarme e di denuncia per il preoccupante incremento degli episodi di violenza contro le donne. In Sardegna, ma in particolare in Gallura, il numero di casi cresce ogni giorno e sta raggiungendo cifre sconvolgenti. Si fa fatica a credere che certi atti possano essere compiuti anche vicino a noi, a volte all'insaputa di tutti, a volte di fronte alla paura o all'indifferenza di molti. Per questo motivo il Consultori di Olbia lancia un appello alle tante vittime che, nel silenzio delle cucine o delle camere da letto, sopportano i soprusi dei loro aggressori e dice: "Non siete sole, noi, se volete, possiamo aiutarvi". Dal 2010 la Asl di Olbia, attraverso il Servizio Consultoriale, con i Pronto Soccorso e il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, ha siglato un Protocollo d'Intesa con l'Associazione Prospettiva Donna, la Fidapa, la Congregazione Figlie della Carità  e l'amministrazione comunale di Olbia per "accogliere, prestare cura e soccorso, assistere e supportare, la donna vittima di violenza, fare una prima valutazione del caso e accompagnare e sostenere la donna all'interno della rete dei servizi sociali e psico-sociali", spiega Liliana Pascucci, responsabile dei Servizi Consultoriali della Asl di Olbia. 


"L'Azienda Sanitaria deve accogliere, ascoltare e prendere in carico la donna e i suoi figli minori. Ha poi il compito, fornendole il giusto supporto anche psicologico, di inviare la donna al Cento Anti Violenza e ai servizi sociali dei Comuni di appartenenza per i relativi interventi. Un Protocollo d'Intesa, in scadenza e che andrà rinnovato che si è dimostrato uno strumento utile per armonizzare le varie competenze e professionalità presenti sul territorio che, insieme, interagiscono per migliorare la qualità della vita delle vittime e dei loro figli", conclude la Pascucci.

 

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