"Il contratto di servizio tra Rfi e Ministero Trasporti deve essere modificato senza ulteriori indugi. Si tratta di un'offesa alla Sardegna e ai sardi, una discriminazione senza precedenti, siamo la regione con il più basso indice infrastrutturale e l'unica regione che non ha avuto nemmeno un euro di stanziamento. Questo contratto va modificato senza indugi. Per questa ragione il parere della commissione trasporti deve essere vincolante. Non si tratta di un favore alla Sardegna ma di un divario che va colmato".
Lo ha detto questo pomeriggio Mauro Pili intervenendo in commissione Trasporti sull'approvazione del decreto di recepimento del contratto tra Rfi e il governo.
"Prendo atto positivamente della risposta del Presidente della Commissione Meta – ha detto Pili. L'indicazione data dal Presidente al relatore per recepire la proposta da me avanzata è un fatto rilevante che attendo di riscontrare nel parere finale della Commissione. Mi sembra un atto di sensibilità istituzionale importante. La disponibilità del governo ad accogliere la modifica del parere con il recepimento delle indicazione da me formalmente avanzate sono un fatto degno di nota, in attesa di atti concreti oltre le disponibilità seppur importanti".
"Va sanato alla radice un vulnus che vede per le ferrovie della Sardegna zero risorse. La vergognosa farsa del treno veloce ha ancora una volta condizionato negativamente gli stanziamenti a favore della Regione. Nel decreto che approva il contratto è scritto esplicitamente che servono 700 milioni per le strade ferrate sarde e in modo altrettanto esplicito è scritto che non c'è nemmeno un euro. Si tratta di un vero e proprio scandalo considerato che la Sardegna secondo tutti i parametri di valutazione è l'ultima delle ferrovie europee. Basti un dato l'indice medio infrastrutturale ferroviario nazionale è 100, in Sardegna appena 15. Un provvedimento vergognoso che conferma l'atteggiamento discriminatorio e vessatorio dello Stato verso la Sardegna e conferma l'atteggiamento servile della regione sarda verso il governo. In uno Stato normale il primo obiettivo sarebbe dovuto essere quello del riequilibrio dei gap infrastrutturali per riallineare le esigenze e le conseguenti opportunità. Qui avviene l'esatto contrario, meno hai e meno ricevi. Per questa ragione nella proposta che ho depositato agli atti in commissione trasporti si chiede un piano di riequilibrio infrastrutturale per rendere il riequilibrio degli standard tra regioni l'obiettivo primario del decreto. E' un atto dovuto - ha detto Pili – anche alla luce del rapporto dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria che aveva rilevato in Sardegna il 10 per cento dei punti ritenuti a rischio nelle disastrate rotaie da Cagliari a Golfo Aranci. L'agenzia Ansf nel rapporto dettagliato presentato alla Camera dei deputati e l'esame delle 44 pagine regalava un'istantanea da brivido della situazione sarda. Allora erano 66 i punti pericolosi della nostra piattaforma ferroviaria ma di questo passo con l'assoluta mancanza di interventi la situazione è ancora più grave - ha detto il deputato Mauro Pili - che ha chiesto di interrompere questa spirale che allarga la forbice infrastrutturale tra la Sardegna e il resto del paese.
"Il fatto che Commissione e Governo abbiano preso atto che esiste un caso Sardegna è un passo in avanti – ha detto Pili - adesso vigilerò per evitare che gli impegni restino solo auspici. Bisogna riprendere il progetto interrotto nel 2004 di investimenti sulla rete ferroviaria Sardegna senza altri imbrogli tipo il treno veloce, che dopo oltre 216 giorni è fermo in un binario morto".
Lo ha detto questo pomeriggio Mauro Pili intervenendo in commissione Trasporti sull'approvazione del decreto di recepimento del contratto tra Rfi e il governo.
"Prendo atto positivamente della risposta del Presidente della Commissione Meta – ha detto Pili. L'indicazione data dal Presidente al relatore per recepire la proposta da me avanzata è un fatto rilevante che attendo di riscontrare nel parere finale della Commissione. Mi sembra un atto di sensibilità istituzionale importante. La disponibilità del governo ad accogliere la modifica del parere con il recepimento delle indicazione da me formalmente avanzate sono un fatto degno di nota, in attesa di atti concreti oltre le disponibilità seppur importanti".
"Va sanato alla radice un vulnus che vede per le ferrovie della Sardegna zero risorse. La vergognosa farsa del treno veloce ha ancora una volta condizionato negativamente gli stanziamenti a favore della Regione. Nel decreto che approva il contratto è scritto esplicitamente che servono 700 milioni per le strade ferrate sarde e in modo altrettanto esplicito è scritto che non c'è nemmeno un euro. Si tratta di un vero e proprio scandalo considerato che la Sardegna secondo tutti i parametri di valutazione è l'ultima delle ferrovie europee. Basti un dato l'indice medio infrastrutturale ferroviario nazionale è 100, in Sardegna appena 15. Un provvedimento vergognoso che conferma l'atteggiamento discriminatorio e vessatorio dello Stato verso la Sardegna e conferma l'atteggiamento servile della regione sarda verso il governo. In uno Stato normale il primo obiettivo sarebbe dovuto essere quello del riequilibrio dei gap infrastrutturali per riallineare le esigenze e le conseguenti opportunità. Qui avviene l'esatto contrario, meno hai e meno ricevi. Per questa ragione nella proposta che ho depositato agli atti in commissione trasporti si chiede un piano di riequilibrio infrastrutturale per rendere il riequilibrio degli standard tra regioni l'obiettivo primario del decreto. E' un atto dovuto - ha detto Pili – anche alla luce del rapporto dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria che aveva rilevato in Sardegna il 10 per cento dei punti ritenuti a rischio nelle disastrate rotaie da Cagliari a Golfo Aranci. L'agenzia Ansf nel rapporto dettagliato presentato alla Camera dei deputati e l'esame delle 44 pagine regalava un'istantanea da brivido della situazione sarda. Allora erano 66 i punti pericolosi della nostra piattaforma ferroviaria ma di questo passo con l'assoluta mancanza di interventi la situazione è ancora più grave - ha detto il deputato Mauro Pili - che ha chiesto di interrompere questa spirale che allarga la forbice infrastrutturale tra la Sardegna e il resto del paese.
"Il fatto che Commissione e Governo abbiano preso atto che esiste un caso Sardegna è un passo in avanti – ha detto Pili - adesso vigilerò per evitare che gli impegni restino solo auspici. Bisogna riprendere il progetto interrotto nel 2004 di investimenti sulla rete ferroviaria Sardegna senza altri imbrogli tipo il treno veloce, che dopo oltre 216 giorni è fermo in un binario morto".
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