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Il Grande Pevero a Porto Cervo diventa simbolo di tutela ambientale

di Davide Mosca
OLBIA. È stato presentato stamane alla stampa, direttamente sulla spiaggia del Grande Pevero, il nuovo progetto di tutela e valorizzazione del sistema dunale, un intervento congiunto tra il Comune di Arzachena, Smeralda Holding e la One Ocean Foundation. Una scelta simbolica e concreta: portare la stampa, le istituzioni e i partner proprio nel cuore dell’ambiente da proteggere. L’obiettivo è chiaro: proteggere le dune del Pevero, patrimonio naturalistico di valore inestimabile, sensibilizzando residenti e turisti sull’importanza della conservazione. Non solo con cartelli o ordinanze, ma con azioni concrete, educazione ambientale, coinvolgimento diretto delle giovani generazioni e interventi scientifici a basso impatto. 

«Questi progetti rappresentano perfettamente l’identità della nostra amministrazione, da sempre impegnata nella promozione di messaggi di sensibilizzazione ambientale», ha dichiarato Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena. «Grazie alla collaborazione con Smeralda Holding e il Consorzio Costa Smeralda, stiamo lavorando affinché le nuove generazioni sviluppino un comportamento rispettoso verso il nostro patrimonio naturale. Siamo contrari a qualsiasi tipo di installazione off-shore invasiva: vogliamo che il nostro territorio continui a essere valorizzato, accessibile e integro». 

A rafforzare il messaggio è stato Mario Ferraro, CEO di Smeralda Holding, società promotrice dell’intervento: «Questo è un progetto a cui teniamo moltissimo. Come Smeralda Holding, crediamo in un modello di turismo responsabile e sostenibile. Il mare, le spiagge, le dune sono risorse uniche, che rendono la Costa Smeralda un luogo esclusivo al mondo. E proprio per questo dobbiamo trattarle con rispetto e lungimiranza. Alcune destinazioni turistiche anche rinomate ed esclusive oggi soffrono gli effetti di uno sviluppo non controllato e dell’overtourism. Noi, fin dall’inizio della Costa Smeralda negli anni ‘60, abbiamo adottato una strategia diversa. Nel 1967 erano presenti a Porto Cervo tredici alberghi e nel 2025 il numero è sempre lo stesso. Oggi proseguiamo su questa linea, con progetti come la riforestazione di posidonia della badia di Cala di Volpe e della Baia del Romazzino». 

Il progetto si inserisce nel più ampio programma di conservazione lanciato dalla One Ocean Foundation, rappresentata sul posto dal segretario generale Jan Pachner. «Le retrodune costiere sono tra gli ecosistemi più fragili e importanti del Mediterraneo. Dopo Capriccioli, proseguiamo oggi al Grande Pevero con un’iniziativa che ha un forte valore educativo. I turisti devono capire che la sabbia non è eterna: ci vogliono milioni di anni per formarla. Anche un gesto banale, come scuotere l’asciugamano prima di andar via, può fare la differenza». E aggiunge: «Il mare assorbe tra il 30% e il 40% della CO₂ ed è la casa dell’80% della biodiversità del pianeta. Per questo è fondamentale valutare con attenzione l’impatto di ogni progetto, compreso il tanto discusso off-shore a largo di queste coste e valutarne l’impatto. Ringraziamo il Comune e tutti i partner per il loro impegno». 

A testimoniare l’importanza strategica del progetto anche la Guardia Costiera di Porto Cervo e del Circomare Golfo Aranci, da sempre in prima linea nella difesa del territorio: «Accogliamo con entusiasmo iniziative come questa, che rappresentano una concreta speranza per il futuro. Il nostro compito è assicurare che il patrimonio che ci è stato affidato possa essere restituito integro. La nostra presenza, da oggi, sarà ancora più attiva». Con questo progetto, la Costa Smeralda si candida ancora una volta a modello di equilibrio tra turismo e tutela ambientale. Il sistema retro dunale del Grande Pevero non sono solo un luogo di bellezza straordinaria, ma anche un ecosistema chiave per la biodiversità, la stabilità costiera e la lotta al cambiamento climatico. Un patrimonio da custodire con cura, per il bene del pianeta e delle generazioni future.
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