Strage in mare del 2015, Pm Palermo chiedono tre ergastoli

cronaca
AdnKronos
Palermo, 6 dic. (AdnKronos) - La Procura di Palermo ha chiesto l'ergastolo per due algerini e un libico, accusati di avere organizzato nell'agosto del 2015 il viaggio di un barcone dalla Libia alla Sicilia, finito in tragedia, con la morte di decine di persone. Solo 32 cadaveri furono recuperati. Gli altri rimasero in fondo in mare. Il processo si celebra, con il rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Palermo. Il Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e i pm Claudio Camilleri e Renza Cescon, che hanno coordinato l'inchiesta, al termine della requisitoria, hanno chiesto il carcere a vita per Ali Rouibah, algerino di 25 anni, Imad Busadia, algerino di 24 anni e Abdullah Assnusi, libico di 35 anni.La Procura di Palermo, in un primo momento, aveva contestato agli imputati il dolo eventuale, ma poi la posizione degli imputati si è aggravata perché i pm hanno dimostrato che appena un'ora dopo la partenza dalla libia, l'imbarcazione aveva avuto un guasto e imbarcava acqua. In quel momento, come scoperto dalla Procura, la barca si trovava ad appena 5 km dalla costa libica. A bordo c'erano almeno 600 persone, di cui almeno 150 immigrati chiusi in stiva. Tra i 32 cadaveri c'erano anche 2 neonate palestinesi, una siriana di 18 mesi. Uno dei sopravvissuti aveva perso due dei quattro figli, di 5 e 10 anni. Un altro aveva perso la moglie e due dei tre figli ancora piccoli. Solo grazie all’intervento di navi della Marina Militare Italiana, furono tratti in salvo numerosi superstiti. Altri due imputati hanno scelto il rito ordinario.In un primo momento, la Procura di Palermo aveva fermato i presunti scafisti "sulla base delle dichiarazioni degli occupanti del natante", i quali avevano precisato che gli altri migranti "circa 200" che si trovavano nella stiva sarebbero deceduti in quanto rimasti imprigionati all’interno del natante inabissatosi.

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