
Palermo, 6 apr. (AdnKronos) - Violenze fisiche e psicologiche per costringere le ragazze a prostituirsi. Uno stringente controllo anche fuori dagli 'orari di lavoro' per impedire loro di ribellarsi. A ricostruire l'orrore che si nascondeva dietro una finta associazione culturale trasformata in una casa a luci rosse a Capo d'Orlando (Messina) sono stati i carabinieri che hanno fatto scattare le manette ai polsi dei due capi dell'organizzazione. Entrambi dovranno adesso rispondere di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.Le indagini, spiegano gli investigatori dell'Arma, hanno fatto emergere "episodi di particolare crudeltà, violenza e aggressività usata dagli indagati nei confronti di alcune ragazze". Le vessazioni inflitte dagli aguzzini erano finalizzate a costringere le donne a prostituirsi, creando nei loro confronti un stato di perenne intimidazione e soggezione, che le induceva a non ribellarsi al volere dei 'protettori' per paura di ritorsioni. Le giovani vittime, infatti, venivano sottoposte a uno stringente controllo anche fuori dagli orari di lavoro, a limitazioni della libertà personale, violenze fisiche e psicologiche, e in alcuni casi persino al sequestro dei documenti di riconoscimento per impedirne la fuga. Un terzo indagato, al momento irreperibile, è attualmente ricercato.
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