
(AdnKronos) - L’analisi contenuta nel Rapporto conferma l'allungamento delle filiere produttive verso i paesi emergenti ma mette in luce, al tempo stesso, il ruolo ancora dominante e crescente dell’integrazione tra le filiere intra-europee. Accanto alla leadership della Germania, emerge anche un ruolo attivo dell’Italia. Il nostro paese ha, infatti, aumentato nel tempo il proprio contributo (in termini di apporto di valore aggiunto) alla formazione dell’output manifatturiero in Francia (in primis nel settore della moda) e in Germania (con un apporto significativo nelle filiere della metalmeccanica e dell’automotive, dove le imprese italiane occupano la prima posizione, a pari merito con la Francia).Seppure con ritmi di crescita in graduale normalizzazione rispetto al balzo del triennio 2014-16, il settore Automobili e motocicli continuerà a essere quello a maggiore crescita, grazie al proseguimento del processo di svecchiamento del parco veicoli sia per le famiglie che per le imprese. Anche la Farmaceutica e il Largo consumo si confermeranno tra i settori più dinamici. In particolare nel 2017-18, il manifatturiero tornerà a beneficiare dell’importante contributo della Meccanica. Le imprese italiane, tradizionalmente forti nella produzione di macchinari tecnologicamente avanzati, potranno trarre benefici dal Piano Industria 4.0 e, al termine della fase di incentivazione, da una maggiore proiezione sui mercati internazionali. Prospettive simili attendono l’Elettrotecnica.Anche la Metallurgia a crescere a ritmi superiori al manifatturiero. Solo di poco al di sotto della media manifatturiera, si collocheranno, invece, i produttori di Altri intermedi e i Prodotti in metallo. Tra i beni intermedi, decisamente meno brillanti le prospettive per gli Intermedi chimici, nonostante l’apporto della domanda edilizia.
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