
Venezia, 12 mag. (AdnKronos) - Oggi il Consiglio regionale del Veneto si è riunito in seduta straordinaria, su richiesta di un quarto dei suoi consiglieri, per celebrare il 220° anniversario dell'ammaina bandiera della Repubblica di Venezia, avvenuta il 12 maggio 1797, data che segna la fine della Serenissima dopo undici secoli di storia gloriosa e centoventi dogi.In occasione di questa importante ricorrenza, il professor Giuseppe Gullino, ordinario di Storia Moderna presso l'Università degli Studi di Padova, ha tenuto un incontro seminariale ricostruendo e inquadrando, dal punto di vista storico, le ‘ultime ore’ della Repubblica di Venezia e le vere ragioni che portarono alla caduta della Serenissima.“A partire dal 17 febbraio 1796 – esordisce nella propria ‘Lectio Magistralis’ il professore - quando l’ambasciatore francese, Jean Baptiste Lallement, chiese udienza al doge per annunciargli che centomila repubblicani stavano per discendere in Italia, il ché segnava la fine della Repubblica di Venezia. Qualche settimana dopo, il Direttorio affidò il comando dell’armata francese in Italia al giovane Napoleone Bonaparte che, il 20 marzo 1796, spinto dalla forte motivazione di primeggiare agli occhi dei propri connazionali tra i signori della guerra d’oltralpe, che si stavano contendendo il potere, assunse il comando di 45mila uomini e li seppe condurre alle vittorie sui piemontesi prima, e successivamente sugli austriaci, aprendosi così le porte di Milano. Venezia, allora, con il nemico ormai alle porte, prese la scelta sbagliata: per paura di essere fagocitata dagli austriaci che la circondavano, optò per la neutralità disarmata, anziché per quella armata".
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