
Roma, 14 mag. (AdnKronos) - “Gli apprendisti stregoni, mappa del populismo in Europa”. Si intitola così l'ultimo libro di Paolo De Luca, edizione Laruffa, giornalista già inviato del Giornale radio uno e corrispondente della Rai da Bruxelles. Al centro dell'attenzione l'ascesa delle forze populiste e il declino dei partiti tradizionali, fenomeno che le elezioni francesi hanno confermato attuale, nonostante la vittoria di Emmanuel Macron. Secondo l'autore sarebbe tuttavia sbagliato considerare il populismo come una sorta di "virus" della politica, essendo piuttosto "il sintomo di una patologia più estesa che riguarda l’intero sistema politico e che consiste essenzialmente nella sopraggiunta incapacità delle classi dirigenti, dei partiti, dei corpi intermedi, dei governi, di interpretare e rappresentare le istanze di società in profonda e sofferta trasformazione". Una risposta ad un disagio reale di fronte alle conseguenze di liberismo senza regole e di flussi migratori spesso incontrollati ed incontrollabili, che tuttavia troppo semplicisticamente pensa che sia sufficiente rifugiarsi nel nazionalismo e nel sovranismo per contrastare una globalizzazione che va sicuramente governata, ma che certo non può essere fermata.
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