
Milano, 13 giu. (AdnKronos Salute) - Sono sostanze dagli effetti allucinogeni e da qualche tempo finiscono sempre più spesso sotto la lente degli scienziati. Perché, come ha dimostrato un team di ricercatori dell'University of California di Davis, sono in grado di cambiare la struttura dei neuroni. E questa capacità potrebbe rivelarsi utile nella lotta a depressione, ansia e disturbi correlati, aprendo la strada a nuovi trattamenti. Gli esperti hanno analizzato una vasta gamma di psichedelici, inclusi composti ben noti come Lsd e Mdma, e riportano le loro conclusioni in un lavoro pubblicato su 'Cell Reports'. Queste sostanze, spiegano, aumentano il numero di rami neuronali (dendriti), la densità di piccole protrusioni su questi rami (spine dendritiche) e il numero di connessioni tra neuroni (sinapsi). Tali cambiamenti strutturali suggeriscono che sono in grado di riparare i circuiti malfunzionanti nei disturbi di ansia e umore. "E' il primo studio che supporta in modo chiaro e inequivocabile un'ipotesi" avanzata da più parti, spiega David Olson (Dipartimento di chimica, biochimica e medicina molecolare), che guida il gruppo di ricerca. "Le sostanze psichedeliche sembrano rispecchiare gli effetti prodotti dalla ketamina", anestetico che ha attirato l'attenzione degli scienziati per i rapidi effetti antidepressivi osservati su popolazioni di pazienti resistenti ai trattamenti. Tanto che negli Usa la Food and Drug Administration ha messo in 'fast-track' sperimentazioni cliniche su due farmaci proprio a base di ketamina. Il gruppo di Olson ha dimostrato che le sostanze psichedeliche mimano gli effetti della ketamina su neuroni coltivati in una piastra di Petri. Questi risultati si estendono alle proprietà strutturali ed elettriche dei neuroni negli animali. E infatti nei ratti trattati con una singola dose di Dmt - un composto psichedelico trovato nel tè alle erbe amazzonico noto come ayahuasca - si è osservato un aumento del numero di spine dendritiche, simile a quello osservato con la ketamina. Il Dmt ha 'vita' molto breve nel ratto: la maggior parte del farmaco viene eliminato entro un'ora. Ma gli effetti sul cervello potrebbero essere visti anche 24 ore dopo, dimostrando che durano per qualche tempo.Sono stati condotti anche studi comportamentali: il gruppo di Olson ha di recente dimostrato che il trattamento con Dmt permette ai ratti di superare una "risposta di paura", sollecitata dal ricordo di una leggera scossa elettrica (il test è considerato un modello di disturbo da stress post-traumatico), e anche la ketamina produce lo stesso effetto. Le scoperte, concludono gli autori, aprono potenzialmente le porte allo sviluppo di nuovi farmaci per il trattamento di disturbi dell'umore e dell'ansia. Il team ha proposto il termine "psicoplastogeno" per descrivere l'azione di questa nuova classe di composti, che funzionano come "promotori della plasticità". "Il nostro lavoro - dice Olson - dimostra che esistono un certo numero di supporti chimici diversi in grado di promuovere la plasticità come la ketamina, e questo offre ai chimici farmaceutici ulteriori opportunità per sviluppare alternative più sicure ed efficaci".
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