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economia
AdnKronos
(AdnKronos) - Se si analizza il grado di circolarità dell’economia italiana, vale a dire il rapporto percentuale fra le materie prime secondarie - ricavate dal riciclo dei rifiuti - e il totale del consumo materiale domestico (DMC) di un Paese “l'Italia si attesta sul 17%, uno dei più elevati in Europa e in continuo miglioramento: dal 2010 al 2016, l’aumento nel nostro paese è stato del 47% rispetto ad un più modesto +6% a livello europeo”, ammette l'analista del RIE. Diverso il discorso sul fronte dell'innovazione dove il nostro paese risulta ancora indietro se si considera la fotografia scattata dai dati Eurostat del 2014: “In questo anno, vi è stato un netto calo nel numero dei brevetti a tal punto da essere tornati ai livelli di 10 anni prima, con 15 brevetti rispetto ai 36 registrati nel 2013. Nel confronto europeo, si tratta di 0,25 brevetti per milione di abitanti vs una media UE di 0,67”. Insomma, sottolinea Proietti Silvestri “negli anni, l’Italia ha sviluppato un crescente bagaglio di buone pratiche ed esperienze innovative che puntano ad ottimizzare virtuosamente la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riuso, il riciclo e la riparazione di prodotti”. E “non è un caso che il nostro paese abbia raggiunto importanti risultati in termini di produttività delle materie. Secondo l’indice Eco-innovazione elaborato dalla Commissione Europea, nel 2017 l’Italia si è collocata al settimo posto nella classifica europea e le sue prestazioni in questo ambito risultano superiori del 13% rispetto alla media UE”. Pur evidenziando questi progressi, la Commissione ha tuttavia sottolineato la necessità di cambiamenti strutturali per facilitare la transizione verso un uso efficiente delle risorse e modelli di produzione più circolari e sostenibili.

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