In quella palazzina ci vivono in dieci
Pericolo costante per i senzatetto

di Davide Mosca
OLBIA. La porta aperta, i vetri sfondati e i segni evidenti di vita vissuta. In ambienti malsani e poco sicuri vive una comunità di invisibili che la notte si rifugia qui nella ex palazzina dei ferrovieri in via Vittorio Emanuele a pochi passi dalla stazione, a pochi passi dalla civiltà. Ieri notte c'è stato un incendio, niente di grave, ma, quando si accendono i riflettori su questi luoghi, i senzatetto scappano e si allontanano in attesa che quelle luci si rispengano per tornare nell'anonimato.  L'odore nauseabondo, i bagni intasati e impraticabili, il cibo ancora dentro i piatti e una delle camere completamente andata in cenere. Una situazione che in città conoscono tutti. OlbiaNotizie ha provato per tutta la giornata a contattare l'assessore ai servizi sociali del Comune senza ottenere alcuna risposta. Il tema è caldo soprattutto quando il fuoco si accende e si sfiora la tragedia. 
Ieri sera i primi ad intervenire sono stati i volontari dell'associazione Soccorso Sardo che dal loro presidio hanno visto il fumo e le fiamme uscire dall'edificio. Andrea Perra e Domenico Nassroullah non hanno pensato due volte ad intervenire. Appena entrati hanno visto due uomini scappare. Uno di questi, il più anziano, sulla sessantina camminava a stento aiutandosi con le stampelle a causa di un piede ingessato. "Poteva finire in tragedia erano spaventati e l'uomo che abbiamo aiutato sembrava non si fosse reso conto dell'accaduto," ha commentato Perra e ha poi continuato: "A mio avviso potrebbe esser stata anche una cicca, quella è una polveriera, non è la prima volta che vediamo fuochi, lì dentro ci dormono una decina di persone." Generalmente i volontari del 118 non sono competenti ad intervenire in queste situazioni ma l'evento eccezionale li ha spinti a non perder tempo. I vigili del fuoco sono arrivati tempestivamente e hanno spento le fiamme. Ma le polemiche del giorno dopo non si spengono soprattutto per le mancate risposte istituzionali e per la consapevolezza che in quell'edificio diroccato da stanotte quei poveri senzatetto e senza alternative faranno ritorno. 
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