OLBIA. La Guardia di Finanza di Tempio Pausania, al termine di un'indagine sull'usura, false fatturazioni, sughero e tassazione di proventi illeciti, ha sequestrato beni mobili e immobili per oltre 800.000 euro. Il volume d'affari nascosto al fisco è stato quantificato in oltre dieci milioni di euro accumulati in cinque anni. La lista dei beni sotto sequestro è lunga, tra questi, immobili in varie località dell'Alta Gallura, conti correnti, quote di fondi comuni d'investimento, tre autovetture, una moto di grossa cilindrata per un valore totale di 800 mila euro. Le proprietà sono riconducibili ad un imprenditore gallurese condannato in primo grado nel 2012 a due anni e otto mesi di reclusione per usura. I Finanzieri della Tenenza di Tempio Pausania hanno dimostrato che i prestiti a tasso di usura e i relativi interessi spropositati, erano stati mascherati dall'emissione di fatture per operazioni mai effettuate. Proprio quelle finte fatture servivano per poter ottenere l'esecuzione forzosa della riscossione dei debiti, in quanto costituivano titolo giuridicamente opponibile di fronte ad un giudice.
Le indagini di polizia economica-finanziaria hanno esaminato l'attività dell'imprenditore dal 2004 al 2009 che in quel periodo avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti del valore di tre milioni di euro. L'impresa, attiva nel settore del sughero, ha contabilizzato le entrate ma il titolare ha omesso di dichiarare al fisco un volume d'affari corrispondente a dieci milioni di euro. Il sequestro preventivo è stato predisposto sui beni equivalenti solamente in riferimento alle violazioni contestate nel biennio 2008 e 2009 ovvero da quando la legge 224 del 2007 è entrata in vigore.
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