Olbia, cassaintegrati Meridiana
"Inefficaci le strategie dei manager"

di Antonella Brianda


OLBIA. La scelta della compagnia aerea Meridiana di non partecipare alla gara per il bando sulla continuità territoriale negli scali aeroportuali di Alghero e Cagliari oltre a lasciare stupiti in molti, ha contribuito ad infuocare ancora di più gli animi dei dipendenti dell'azienda che dal 2011 sono in regime di cassa integrazione. Pochi giorni fa, un centinaio di loro si era dato appuntamento davanti alla direzione generale del vettore a Olbia. Da allora niente si è mosso nella direzione desiderata dai 1350 cassaintegrati. Si attende ancora di sapere se e quando si terrà un incontro con l'amministratore delegato di Meridiana, Roberto Scaramella, il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli e i rappresentanti dei dipendenti. Intanto, l'A.L.I. Associazione Lavoratori Meridiana - Cassintegrati Meridiana, guidati da Marco Bardini, ha diffuso un comunicato nel quale, ancora una volta, viene messo in risalto il rammarico dai dipendenti della compagnia aerea di proprietà del principe Aga Khan.


"E' sarda la totalità dei lavoratori di Meridiana che, a breve, andranno ad aggiungersi all'esercito di cassaintegrati della compagnia. Le strategie dei vari manager avvicendatisi negli ultimi cinque anni nel Gruppo Meridiana - si legge nella nota dell'A.L.I - si sono rivelate palesemente inefficaci. La continuità territoriale che rappresentava uno dei principali asset industriali di Meridiana, oltre che la principale ragione del mantenimento della propria sede amministrativa e di armamento sull'isola, è ormai deliberatamente perduta su due dei tre aeroporti sardi. Ne consegue che ai 1350 cassaintegrati attuali della compagnia, a cui vanno aggiunti quelli di Meridiana Maintenance ed Air Italy, al 100 per cento di proprietà del gruppo), se ne aggiungeranno, a breve, altre centinaia. Con lo spettro della totale perdita del posto di lavoro per tutti, alla scadenza degli ammortizzatori sociali, tra poco più di un anno e mezzo". "La rinuncia alla continuità territoriale da Cagliari e Alghero, da parte di Meridiana - prosegue il comunicato - ha la stessa dirompenza sull'occupazione sarda che si avrebbe in Piemonte a seguito di una dichiarazione di chiusura degli stabilimenti Fiat di Mirafiori da parte dell'amministratore delegato Marchionne. Con l'aggravante che la Sardegna vanta già il primato di tutta l'Unione Europea per gli drammatici livelli di disoccupazione".

 

Un duro affondo viene rivolto ai sindacati confederati, rei di aver "deliberatamente escluso i lavoratori Meridiana da qualsiasi livello di rappresentanza sindacale". "È imbarazzante - si legge nel comunicato dell'A.L.I - il silenzio della gran parte dei sindacati confederali, regionali e nazionali e, salvo poche eccezioni, delle associazioni professionali. I dirigenti confederali nazionali e regionali che non hanno più indetto regolari elezioni delle RSA/RSU, dopo aver defenestrato le rappresentanze elette dai lavoratori. La gran parte della compagine sindacale che negli incontri con l'azienda arriva a vedere schierati contemporaneamente anche più di cinquanta sindacalisti di fronte al direttore del personale, è costituita da dipendenti di Alitalia, Enav, Aeroporti di Roma, Compagnie Portuali ecc.. In molti casi pensionati o appartenenti alla casta dei sindacalisti distaccati di lungo corso con retribuzioni quadruple o più, rispetto a quelle accettate per i propri rappresentati". 


"Fatta eccezione per la categoria dei piloti e per USB che, però, è ammessa esclusivamente ai tavoli di gestione della CIGS, solo in rari casi si affaccia a qualche tavolo sindacale qualche silente dipendente Meridiana, non eletto dai lavoratori ma nominato dalla casta dei sindacalisti esterni. L'intera rappresentanza Uiltrasporti, per esempio, a suo tempo eletta in regolari elezioni tra i lavoratori e fortemente rappresentativa, è stata espulsa, a causa della strenua opposizione al taglio dei salari sino al 40 per cento, dal consenziente Segretario Nazionale Uiltrasporti, il quale ha immediatamente designato, nominandolo, un suo suo fedelissimo. Tutto ciò - conclude la nota - in totale spregio dello Statuto dei Lavoratori, Statuto del Sindacato, della Carta Costituzionale, della democrazia sindacale oltre che della decenza". 

 

© Riproduzione non consentita senza l'autorizzazione della redazione