OLBIA. In tempo di crisi le famiglie olbiesi le provano tutte pur di diminuire le spese, anche quelle legate ad un diritto fondamentale come lo studio. Da lunedì scorso, i volontari dell'associazione "Mercatino del Libro" sono stati letteralmente sommersi dalle liste libri delle scuole medie e superiori della città, portante da uno stuolo di agguerriti genitori, intenzionati a risparmiare acquistando i volumi per i figli di seconda mano. Quest'anno il punto di ritrovo per i volontari e per le famiglie è stato il centro commerciale Gallura che ha messo ha disposizione un locale vuoto per poter offrire questo servizio che da anni ormai in città va avanti, ma che proprio quest'anno era a rischio. L'associazione, composta da giovani e meno giovani, non ha una sede propria e deve sempre sperare nella generosità dei proprietari dei locali per poter effettuare il mercatino. Una media di duecento persone al giorno si sono messe in fila, durante questa settimana, per cercare, in alcuni casi rivendere e acquistare, i volumi scolastici. Libri di algebra, latino, storia dell'arte, chimica riempiono gli scaffali del mercatino.
I più ricercati sono quelli degli istituti tecnici, perché, forse, gli ex alunni preferiscono conservarli. Non tutti i genitori sono stati fortunati, alcuni dopo tanta fila, sono tornati a casa a mani vuote. "Non mi spiego come mai alcuni volumi siano difficilissimi da trovare, eppure solo ieri una mia amica mi aveva assicurato che ce n'erano tanti qui al mercatino", ci ha detto una mamma delusa. "Si riesce a risparmiare più o meno il 50 per cento della spesa totale dei libri e non è una cosa da poco, soprattutto quanto i figli da mandare a scuola sono due e gli insegnanti cambiano testi quasi ogni anno", ci spiega un papà che per essere sicuro di non sbagliare si è portato dietro anche la figlia. L'intenzione del presidente dell'associazione "Mercatino del Libro di Olbia, Marco Depperu, è quella di arrivare ad avere una sede fissa e aperta durante l'anno, in maniera tale che tutti i libri, persino quelli non prettamente scolastici, possano essere venduti e acquistati di seconda mano. Sarebbe un vero affare per gli olbiesi e si darebbe anche un grosso incentivo alla lettura, soprattutto tra i giovanissimi.