CAGLIARI. E' stato raggiunto in Consiglio regionale l'accordo fra maggioranza e opposizione sulla questione dei fondi bloccati per la cassa integrazione. L'assemblea di via Roma ha approvato all'unanimità, con 59 voti su 59 presenti, una legge che stanzia 42 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali a favore di 30mila cassintegrati e lavoratori in mobilità sardi. Il provvedimento, che ha carattere di intervento straordinario, è stata portato in aula con la procedura d'urgenza prevista dall'articolo 102 del regolamento e ha l'obiettivo di superare le contestazioni che avevano portato il governo a impugnare la precedente legge sugli ammortizzatori sociali. La somma verrà ripartita in questo modo: 30 milioni per il 2013 e 12 milioni per il 2014.
"L'approvazione all'unanimità della legge sugli ammortizzatori è un esempio di buona politica e forse anche di quella necessità di aiutarci, come ha detto papa Francesco, con la solidarietà, soffiando insieme sulle ceneri, perché il fuoco venga un'altra volta". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci, commentando l'approvazione della legge. "La Regione ha fatto il proprio dovere, ma non si è limitata a questo perché ha dovuto sostituirsi anche allo Stato, laddove questo non ha fatto la propria parte. La legge approvata oggi è altresì espressione di un'attenzione a chi lotta per il lavoro, che non è mai venuta meno. In una fase di crisi economica, aggravata dalle carenze storiche del nostro sistema economico e dalle amnesie dello Stato, la Regione - ha concluso Cappellacci - non si sente né sarà mai controparte, ma intende stare al fianco di chi oggi lotta per il lavoro".
Più critica la Cgil. "Va bene la legge in extremis per far fronte ai rilievi sollevati dal governo ma nessuno può pensare che così si possa placare il disagio e la preoccupazione di migliaia di cassintegrati che hanno bisogno di risposte": il segretario generale Michele Carrus denuncia l'inadeguatezza del governo regionale "che – ha detto – a breve finirà il suo mandato lasciando l'Isola in una situazione di gravissimo malessere: nemmeno una vertenza è stata chiusa, i lavoratori dell'Alcoa che hanno protestano ieri e oggi sono un esempio di come siano state abbandonate tutte le questioni aperte sul futuro del sistema produttivo, mentre sul tema dell'emergenza disoccupazione e sulle politiche per il lavoro siamo rimasti troppo indietro". Il leader della Cgil sollecita immediati provvedimenti per affrontare la crisi economica e sociale: "Pensiamo, ad esempio, a un piano straordinario che metta a correre subito risorse pubbliche da investire attraverso i Comuni, per i lavoratori che hanno perso il posto e per quelli che a breve si troveranno senza alcun sussidio".