OLBIA. Hanno deciso di scendere in piazza a protestare: sono nove dipendenti del Consorzio Cipnes di Olbia, impegnati nel lavoro di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti. Potrebbero essere definiti "fortunati", visto che formalmente risultano essere inseriti all'interno dell'organico del Consorzio, in quanto hanno stipulato con l'Ente un contratto ciclico verticale, ma in pratica sono meno dei lavoratori precari. La forma contrattuale che hanno sottoscritto un paio d'anni fa, senza chiedere il parere delle sigle sindacali, prevede che lavorino da un minimo di quattro a un massimo di otto mesi l'anno. Il ché significa che per i restanti mesi non ricevono uno stipendio, non hanno i contributi versati e non possono cercare altri lavori. Se il co.co.pro è tremendo, questo tipo di contratto lavorativo è qualcosa di ancora peggio. E lo è soprattutto se ti ritrovi ad avere 56 anni e non sapere come fare a mandare avanti la famiglia, come uno dei lavoratori che questa mattina per un paio d'ore, insieme alla segretaria territoriale della Funzione Pubblica Cgil, Liusella Maccioni, ha presidiato l'ingresso del palazzo del Municipio di Olbia, nella speranza che il primo cittadino e il commissario della Provincia Olbia-Tempio si presentassero per ascoltare le loro ragioni.
Quello che questi lavoratori chiedono è di essere stabilizzati all'interno dell'organico del Cipnes, perché a loro dire, "il lavoro c'è e non ha assolutamente senso che si assumano altre persone, lasciando invece a casa per mesi interi noi lavoratori precari". "Prima di assumere altro personale che va formato e seguito, chiediamo che vengano assunti con un contratto normale questi dipendenti che stanno con un piede dentro e con l'altro fuori nell'incertezza", ci dice Luisella Maccioni. Già tre anni fa la Cgil Funzione Pubblica aveva portato avanti una battaglia per stabilizzare diciannove lavoratori sempre del Cipnes. In quel caso si era mosso il prefetto di Sassari e si era riusciti nell'intento. "Adesso speriamo ugualmente di raggiungere il nostro obiettivo. Ecco perché abbiamo indirizzato una lettera sia al direttore e al presiedente del Cipnes che al sindaco di Olbia e al commissario della Provincia. Staremo a vedere se e quando risponderanno a questo nostro appello", ha concluso la Maccioni.