OLBIA. Domani, 25 aprile si celebrerà il 69° anniversario della liberazione dal nazifascismo. Una data da ricordare e da rispettare per il sacrificio dei partigiani e della popolazione civile che in quell'aprile del 1945, morirono per liberare Milano e l'Italia dagli invasori. Eppure c'è chi ancora oggi, con i propri comportamenti, con il proprio credo estremista, mina quegli ideali di libertà e di democrazia che hanno reso il nostro paese, nonostante le recenti difficoltà, una delle democrazie più avanzate al mondo. Anche a Olbia, a poche ore dall'anniversario, sono comparse scritte offensive e lesive di quella memoria storica.
A denunciarlo, l'assessore ai servizi sociali del comune, Rino Piccinnu che ha parlato di un fatto gravissimo e preoccupante: "Qui non parliamo più di un gioco o di grafomani, ma di una ideologia che va sradicata. Quelle parole sono un oltraggio per coloro che hanno dato la vita per il nostro Paese". La scritta corredata di croce celtica è comparsa nei giorni scorsi sulle barriere che delimitano la tangenziale in direzione dell'ospedale e recita così: "25 aprile lutto nazionale". Ovviamente non è l'unica scritta, ci sono svastiche e anche offese per gli immigrati. Piccinnu ha già dato mandato agli uffici preposti del comune di cancellare quella vernice spray e nelle prossime ore dovrebbe essere tutto ripulito. Non sono bastate le migliaia di morti, le deportazioni, le guerre per estirpare quelle ideologie e quegli estremismi che oggi rivivono grazie a quegli slogan nostalgici e populisti, tracciati con lo spray in molti muri delle nostre città.
Dovrebbero stare più attente anche le istituzioni in alcuni casi, quando maneggiano un pezzo di storia così delicato, un'eredità che va sempre rispettata perché quotidianamente in pericolo. E in questi giorni, su questa ricorrenza è inciampato anche uno dei massimi rappresentanti del governo, il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante che per motivi di ordine pubblico aveva in un primo momento vietato l'esecuzione di "Bella Ciao", canzone simbolo della Resistenza durante le celebrazioni in città. E' dovuto intervenire il ministero, su richiesta dell'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani, per far cambiare idea alla prefettura di Pordenone che ha dovuto fare un passo indietro sulla decisione. Una buona festa della liberazione!!!