OLBIA. "A poco più di cinque mesi dall'alluvione del novembre scorso sono 561 le ordinanze di sgombero emesse dal Comune e ancora in vigore; ciò significa che ci sono ancora cittadini che forzatamente si trovano fuori dalle proprie case". A dichiararlo è stato, questa mattina, il sindaco Gianni Giovannelli che ha voluto così mettere ancora l'accento sulla grave situazione in cui si trovano molti concittadini che ad oggi non hanno potuto beneficiare dei fondi dello Stato. Non si sono ancora visti, inoltre, i ricavati delle svariate raccolte fondi di solidarietà, ad eccezione degli aiuti dei singoli che si sono mossi donando abiti, elettrodomestici e beni di prima necessità. "La città ha ancora tante ferite sanguinanti. Abbiamo migliaia di cittadini fortemente danneggiati dal passaggio del ciclone Cleopatra; 1500 sono le richieste di risarcimento per le auto distrutte o danneggiate dalla furia dell'acqua e, considerato il fatto che tanti sono gli olbiesi che lavorano stagionalmente nelle località turistiche della nostra costa, sussiste un grave problema per queste persone", ha aggiunto il primo cittadino.
Il sindaco Giovannelli ha poi messo l'accento su un altro problema causato dall'alluvione che sta avendo grosse ripercussioni sull'ambiente cittadino: si tratta del rischio di inquinamento nella zona del rio San Giovanni che attraversa i territori di Olbia, ma anche di Arzachena. A poche ore dal passaggio del ciclone sulla Gallura, migliaia di litri di combustibile sono fuoriusciti da una fabbrica di bitume e sono finiti nelle acque del fiume che sfocia nel golfo di Cannigione. Stando a quanto ha affermato il sindaco di Olbia, servono 2,4 milioni di euro per porre rimedio alla emergenza ambientale; fondi che il Comune ha chiesto alla Regione attraverso una deroga al patto di stabilità. Nessuna risposta è però ancora giunta da Cagliari in Gallura e il rischio inquinamento sale ogni giorno di più.