OLBIA. Conti, immobili, ville prestigiose e auto di lusso come Aston Martin sono stati sequestrati per la maxi evasione fiscale da 133 milioni di euro che si sarebbe realizzata con la vendita della Costa Smeralda alla Qatar Holding. Secondo il procuratore capo, Domenico Fiordalisi, titolare dell'inchiesta è la più grande operazione di sequestro preventivo in Italia, per quanto riguarda il reato di evasione fiscale dopo l'entrata in vigore della legge del 2007 che permette la confisca dei beni fino a raggiungere la somma evasa e dovuta allo Stato. Il risultato raggiunto, illustrato stamane nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede della procura di Tempio Pausania, è stato possibile grazie alla sinergia e al coordinamento tra la procura, l'arma dei carabinieri, la guardia di finanza e l'agenzia delle entrate. Il Gip, Vincenzo Cristiano, ha firmato le ordinanze di sequestro e d astenne sono in corso le operazioni. Una decina di società, tra le quali la Qtar Holding, la Colony Sardegna, La Pevero Golf S.r.l. e altre avrebbero movimentato capitali per ottocento milioni di euro con passaggi estremamente articolati tra Italia, Olanda e paradisi fiscali come Lussemburgo e Cayman. Il tutto senza pagare un euro di imposte né in Italia né in Lussemburgo né in nessun altro Paese dove sono transitati i soldi. I sequestri sono stati effettuati su tutto il territorio italiano a Roma, Milano e sotto la lente di ingrandimento sono finiti italiani e stranieri. L'operazione della vendita della Costa Smeralda nel 2012, con il passaggio di mano dal magnate americano Tom Barrack e la sua Colony Capital al fondo arabo di investimenti immobiliari Qatar Holding, ammontava a 600milioni di euro e come spiegato dal procuratore Fiordalisi, lo Stato avrebbe dovuto, in base alle plusvalenze percepire 133 milioni di euro di imposte Ires.
Il capo della Procura di Tempio ha commentato così l'operazione facendo alcune considerazioni sul territorio gallurese: "La nostra attività, da tempo. si è concentrata particolarmente sulla criminalità economica che sulla costa Smeralda e Olbia è particolarmente presente e trova terreno particolarmente fertile. L'inchiesta va avanti al fine di poter riuscire a recuperare i soldi evasi e restituirli allo Stato e ai cittadini e per fare questo è necessaria una struttura investigativa articolata con l'arma dei carabinieri e la guardia di finanza in prima fila, con l'ausilio fondamentale dell'agenzia delle entrate".
Soddisfazione da parte del colonnello Francesco Todisco comandante provinciale della Guardia di Finanza di Sassari: "Siamo solo all'inizio di un'indagine che ci ha consentito oggi di sequestrare beni per dieci milioni di euro, ma soprattutto di accertare la creazione di società estere per investire i capitali in paradisi fiscali con fiscalità molto più leggere. Al momento non possiamo fare nomi, ma i provvedimenti ricadono sugli amministratori di fato delle società. Per il colonnello dei Carabinieri, Giovanni Adamo, a capo del comando provinciale di Sassari, quello di oggi è un grande risultato, ma gli accertamenti continuano e sono ancora in corso: "Stiamo indagando anche per altri reati abuso di ufficio e corruzione e per la parte che ci riguarda abbiamo svolto di concerto con la procura attività informativa per la rete relazionale sia sul piano personale che economico. Presente alla conferenza stampa anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate di Sassari, Angelo Capula, che ha parlato della sinergia delle istitutzioni che ha portato al vero risultato, quello di oggi, della lotta all'evasione: "Un modello -ha detto Capula- che andrebbe esportato a livello regionale e nazionale, perché l'unico vero strumento per combattere la vera evasione fiscale che si perpetra ai danni dei cittadini e si realizza per opera di gruppi così importanti e facoltosi".
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