OLBIA. Questa mattina si doveva svolgere l'udienza di fronte al giudice dell'udienza preliminare di Tempio in merito al primo filone di inchiesta sull'alluvione del 18 novembre scorso e invece è stata rinviata al 30 maggio prossimo. Il motivo? ritardi e omissioni nelle notifiche a tre dei sei indagati, tra i quali i sindaci di Olbia Gianni Giovannelli e di Arzachena Alberto Ragnedda accusati di omicidio colposo e disastro colposo, mancata diffusione dell'allerta meteo oltre alla mancata manutenzione dei canali di Olbia. La decisione ha colto di sorpresa i legali delle parti civili che hanno chiesto l'accesso ai fascicoli per visionare tutti gli aspetti tecnici che hanno causato il rinvio. Per Giampaolo Murrighile, avvocato della famiglia Corona che ha perso durante l'alluvione la propria cara, Patrizia e la figlia la piccola Morgana, ha espresso tutto il suo disappunto: "Non sono state formalizzate le notifiche agli indagati. Questo non è concepibile perché quello che doveva cominciare oggi è un processo morale e gli amministratori stessi dovevano essere i primi a chiedere le notifiche perché il processo potesse cominciare. La giustizia è tardiva e noi saremo delle sentinelle e vigileremo affinché tutti si svolga nel modo più limpido possibile". Oltre ai due sindaci, sono indagati anche i dirigenti del comune di Olbia Antonello Zanda, Gabriella Palermo, Federico Ceruti Ferrarese della provincia Olbia Tempio e Giuseppe Budroni, responsabile delle protezione civile di Olbia.