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Olbia, polemiche sull'uso del taser dopo la morte di Gianpaolo Demartis

OLBIA. Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura di Tempio, a chiarire le cause esatte della morte di Gianpaolo Demartis, 57 anni, deceduto nella notte di sabato 16 agosto a Olbia in ambulanza dopo essere stato colpito con la pistola taser dai carabinieri. Secondo le prime ricostruzioni, i militari avrebbero tentato in più modi di fermarlo: l’uomo, secondo quanto riportato in evidente stato di agitazione, avrebbe aggredito alcune persone in strada e successivamente si sarebbe scagliato contro gli stessi carabinieri. Per bloccarlo è stato quindi utilizzato il taser, lo strumento in dotazione alle forze dell’ordine da alcuni anni e da tempo al centro di dibattiti e polemiche, anche per i rischi legati al suo impiego. La pistola elettrica funziona attraverso il lancio di piccoli dardi collegati a cavi lunghi fino a sette metri. Una volta a segno, il circuito rilascia una scarica che provoca una temporanea incapacità neuromuscolare, solitamente della durata di pochi secondi. L’obiettivo è consentire agli agenti di immobilizzare la persona senza dover ricorrere a mezzi più invasivi o potenzialmente pericolosi.

La Procura sta valutando anche l’operato dei militari intervenuti. L’utilizzo del taser, infatti, è regolato da precise linee guida del Ministero dell’Interno: dall’individuazione del pericolo alla dichiarazione di essere armati, dall’esposizione dell’arma alla scarica di avvertimento, fino al lancio dei dardi. La scarica non può superare i cinque secondi e la potenza massima raggiunge i 50 mila volt, a basso amperaggio. Il caso di Olbia ha subito sollevato dure polemiche. Irene Testa, garante per i detenuti della Sardegna, ha definito il taser “uno strumento di tortura legalizzata”, ricordando che non si tratta della prima morte collegata all’uso di quest’arma. “Ancora una morte con il taser. Non è la prima volta che accade. Pochi mesi fa è successo a un ragazzo di 30 anni. È inaccettabile l’uso di scariche elettriche per contenere il disagio, con effetti devastanti, a volte mortali”, ha scritto in un post sui social.

Sull'episodio è intervenuto anche il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, che ha così commentato: "E adesso che nessuno se la prenda coi Carabinieri, che hanno difeso sé stessi e dei cittadini aggrediti, facendo solo il proprio dovere". 

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