OLBIA. È una tra le realtà più attive in Sardegna nel valorizzare il potenziale dei giovani e trasformare le loro idee in progetti per la rinascita delle aree interne. Il Premio Nino Carrus ritorna quest’anno guardando più che mai al futuro, implementando la riflessione sulle modalità con le quali intelligenza artificiale, transizione digitale e nuove tecnologie possano ridurre le disuguaglianze e rilanciare i territori marginali. Tra le novità dell’ottava edizione, l’affiancamento di un partner autorevole nel campo della formazione, della ricerca e dell’innovazione sociale: l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori di Milano, che parteciperà alla valutazione degli elaborati, rafforzando il valore scientifico e sociale dell’iniziativa.
Il Premio Nino Carrus è promosso dall’omonima associazione culturale intitolata al politico di Borore scomparso nel 2002, che riteneva fondamentale promuovere la formazione dei professionisti, unitamente alla costruzione di un sapere capace di creare alleanze nei territori.
Finanziato dalla Fondazione di Sardegna e dal Comune di Borore, il Premio si conferma come laboratorio di pensiero e progettualità per una Sardegna più equa e innovativa.
Il montepremi ammonta a seimila euro e c’è tempo fino al 30 novembre per presentare gli elaborati. Il concorso si articola in due indirizzi. La Sezione A per giovani fino a quarant’anni con diploma, il cui tema è “Transizione digitale e AI nelle aree interne della Sardegna: idee, progetti e opportunità per promuovere uguaglianza territoriale e benessere sociale nei piccoli paesi”. In palio 2500 euro al primo classificato e 1500 al secondo (offerto dal Comune di Borore).
La Sezione B è invece rivolta agli studenti delle scuole superiori, con il tema “Futuro senza confini”, Il premio, del valore di duemila euro, potrà essere concesso in denaro o come esperienza formativa.Il Premio Nino Carrus è promosso dall’omonima associazione culturale intitolata al politico di Borore scomparso nel 2002, che riteneva fondamentale promuovere la formazione dei professionisti, unitamente alla costruzione di un sapere capace di creare alleanze nei territori.
«Partecipare al concorso significa tradurre in ipotesi progettuali le azioni che possono rilanciare la vita delle aree interne marginalizzate – ha affermato Rosanna Carboni, presidente dell’associazione –. Il Premio è un’opportunità per pensare, proporre e costruire il futuro dei paesi e delle città sarde. Le nuove tecnologie possono restituire centralità alle aree interne sia migliorando i servizi, sia aprendo nuove prospettive di lavoro».
Daniela Pisu, vincitrice nel 2018 e oggi componente del direttivo, ha aggiunto: «Partecipare al Premio ha significato entrare in una comunità viva, dove le idee trovano ascolto e si trasformano in azioni. Oggi più che mai, l’intelligenza artificiale può diventare uno strumento per costruire alleanze nei territori e dare nuova linfa ai piccoli paesi». Finanziato dalla Fondazione di Sardegna e dal Comune di Borore, il Premio si conferma come laboratorio di pensiero e progettualità per una Sardegna più equa e innovativa.
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