SASSARI. Fu costruito nel 1878 per conto del senatore Giuseppe Giordano Apostoli, fondatore del giornale "La Sardegna" su un progetto dell'ingegnere Giuseppe Pasquali, anche se poi i lavori furoni rifiniti dall'architetto Luigi Fasoli che curò soprattutto gli aspetti più particolari: pavimenti, scale, inferriate, atrio, poggioli. La vera sorpresa è l'interno: una serie di sale affrescate in stile neogotico con fregi, stucchi, luci. Spiccano tre ambienti: la scala d'ingresso monumentale, la sala "gialla", oggi luogo in cui si riunisce il cda della banca con il soffitto affrescato dal pittore riminese Guglielmo Bilancioni e quella in stile pompeiano che riporta per un attimo il visitatore tra le atmosfere della Domus Aurea o le case della città distrutta dal Vesuvio, con colori sfavillanti, decorazioni, disegni incrociati. Con il passaggio, nel 1921, al Banco di Napoli una parte del lussuoso arredamento è andato perduto anche se alcuni mobili sono ancora visibili, per fortuna. Restaurato in maniera "filologica" pochi mesi fa, oggi è la sede della Banca di credito sardo.