Milano: il sociologo, bene le 'week' ma no a vetrinizzazione eventi

economia
AdnKronos
Milano, 12 apr. (AdnKronos) - Una 'week' dietro l'altra, senza soluzione, o quasi, di continuità. Finita la fashion week (Milano moda donna dal 22 al 27 febbraio), tocca alla art week (31 marzo - 2 aprile in contemporanea con MiArt), che cede il posto alla design week (con il Salone del mobile dal 4 al 9 aprile), che a suo volta anticipa la food week (dal 4 all'11 maggio), senza dimenticare la book week (dal 19 al 23 aprile in concomitanza con tempo di Libri). Che il paradigma funzioni, è indubbio, visto il proliferare a Milano di settimane ed eventi collaterali che amplificano il valore di questa o quella manifestazione fieristica. Ma viene da chiedersi per quanto tempo ancora e soprattutto se, trovato il format, esso sia applicabile a tutte le occasioni, senza che prima o poi la città si stanchi e perda lo slancio nell'inventare qualche cosa di nuovo. La risposta per Fausto Colombo, direttore del dipartimento di Sociologia all'Università Cattolica di Milano, teorizzatore della formula "sciame di eventi" legata a Expo, è sintetizzabile in due parole: governo dell'evento e partecipazione. Banditi, invece, la vetrinizzazione e la organizzazione. Ciò che non è nato con Expo, ma che in fondo con l'esposizione universale è stato teorizzato è lo "sciame di eventi, ovvero l'idea che ogni grande evento porta con sé uno sciame di attività diffuso sul territorio. Expo - spiega all'Adnkronos Colombo - è stato esattamente questo: un processo di valorizzazione anche territoriale della città, parzialmente riuscito, parzialmente no, perché non è stato attivato tutto quello che si pensava di fare, ma che ha avuto una doppia efficacia: da un lato fare sentire la città, e non una istituzione, proprietaria, soggetto di questo evento. In secondo luogo ha offerto all'ospite una panoramica della città non ridotta all'evento in se stesso, ma complessa e articolata", come già avevano anticipato gli eventi del mobile e della moda.

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