
Milano, 20 apr. (AdnKronos) - Aiuto economico ai soggetti indebitati, monitoraggio dei debitori perché non ricommettano lo stesso errore, maggiore definizione della legge sul sovraindebitamento. Sono questi i punti da mettere a fuoco nella legge 3/2012 secondo il presidente del tribunale fallimentare di Milano, Alida Paluchowski, alla luce dei dati sulla legge 3/2012 - solo 948 istanze nel 2016 in Italia - e sulle possibili potenzialità per lo Stato: gli enti pubblici potrebbero incassare oltre 35 miliardi di euro. "Il primo e principale problema che questa legge incontra e che ha ricadute sul processo interpretativo è quello di definirne la ratio, cioè la volontà del legislatore e che scopo intende perseguire introducendola", spiega all'Adnkronos. La proposta della commissione Rordorf, contenente i principi di legge delega, ora in discussione al Senato, "si qualifica per avere assunto una prospettiva di tipo socio economico, in cui le finalità giuridiche divengono vassalle di una impostazione recuperatoria dal punto di vista morale ed economico" con l'obiettivo che il debitore "consumi o produca di nuovo". Questa soluzione "è condivisa in molti altri paesi, ma per funzionare ha bisogno di aiuti economici a bassissimo costo ai soggetti interessati, che potrebbero essere posti in essere da fondazioni private e onlus anche a partecipazione pubblica che abbiano per scopo principale la gestione dell’attività", spiega il presidente del tribunale fallimentare di Milano.Accanto all'aiuto "occorre il monitoraggio costante per almeno 5 anni dell’attività del sovraindebitato che andrebbe educato a non ricadere negli stessi errori e a gestire la sua situazione economica, come si fa in Danimarca, in Svezia o in Germania". Altrimenti il risultato "sarà solo un grosso sacrificio dei creditori a fronte di un beneficio solo temporaneo del sovraindebitato che tende a ricadere subito dopo nelle stesse condotte", conclude Paluchowski.
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