
Milano, 20 apr. (AdnKronos) - "La legge va migliorata ed estesa. Per prima cosa andrebbero innalzati i parametri di non fallibilità visto che vengono escluse le imprese che hanno ricavi lordi annui superiori a 200.000 euro. Si tratta di piccoli imprenditori, artigiani, partite Iva, lavoratori autonomi che non fanno i 'furbetti' ma vogliono pagare i debiti secondo le proprie possibilità. A loro va data una seconda chance". Così l'avvocato Pasquale Lacalandra commenta i dati sulla legge 3/2012 - solo 948 istanze nel 2016 in Italia - e le potenzialità per lo Stato: gli enti pubblici potrebbero incassare oltre 35 miliardi di euro.E' una norma "che pochi conoscono e che richiede competenze professionali specifiche attesa la complessità dell’iter procedurale. Tutela il debitore che riacquista un ruolo attivo nell’economia, risulta vantaggioso per il creditore che diversamente correrebbe il rischio di perdere totalmente ogni possibilità di recupero", svela all'Adnkronos. Come esperto ha ottenuto diversi successi: il tribunale di Como ha ridotto un debito fiscale da circa 1,4 milioni a 350mila a favore di una imprenditrice, da 509mila a 54mila a un lavoratore dipendente. Il tribunale di Busto Arsizio ha limato una cartella esattoriale Equitalia da 86mila euro a 11mila, i colleghi di Monza hanno tagliato il debito da oltre 150 mila a 52mila euro.La legge "funziona, ma va divulgata maggiormente" ed è da preferire alla 'rottamazione delle cartelle' che prevede tempi ristretti per restituire il denaro. La legge sul sovraindebitamento "consente non solo la riduzione del debito in base alle proprie disponibilità economiche, ma anche la dilazione in tempo più ampio", conclude l'avvocato Lacalandra.
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