Paradise Papers: Glencore smentisce accuse di corruzione

economia
AdnKronos
Zurigo, 6 nov. (AdnKronos/Ats) - Chiamato in causa dai cosiddetti "Paradise Papers", il gigante svizzero delle materie prime Glencore smentisce categoricamente le accuse di corruzione che gli sono rivolte dall'International Consortium of investigative Journalism (ICIJ). Secondo dati sottratti allo studio d'avvocatura Appleby Global Group Services con sede nelle Bermuda e pubblicati in Svizzera dai giornali del gruppo Tamedia, Tages-Anzeiger in primis, Glencore avrebbe acquisito a basso costo diritti di sfruttamento per una miniera in Katanga, nel sud della Repubblica democratica del Congo (Rdc), tramite un intermediario israeliano sospettato di corruzione. Stando ai documenti in questione, la Rdc avrebbe così perso centinaia di milioni di franchi.Glencore spiega che la sua filiale Katanga "ha affidato a metà del 2008 all'uomo d'affari israeliano e commerciante di diamanti Dan Gertler la negoziazione dei diritti di estrazione del cobalto e del rame. Tuttavia, la multinazionale con sede a Baar (ZG) indica di aver concluso i contratti prima che l'intermediario avesse iniziato la sua missione".Uomo d'affari influente in Africa, Dan Gertler avrebbe intessuto relazioni molto strette con il presidente della Rdc Joseph Kabila e il suo entourage. Stando ai media, il suo nome appare in diverse vicende di corruzione e figura in varie liste nere destinate agli investitori, di cui Glencore avrebbe dovuto essere a conoscenza.

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