
Roma, 5 apr. (AdnKronos) - C'erano Ettore Rosato e Lorenzo Guerini, i 'fedelissimi' Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi, il presidente dem Matteo Orfini ma anche i due capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, reduci dalle consultazioni al Quirinale in mattinata. Matteo Renzi li ha riuniti tutti per fare il punto sia sulla questione governo che sulle dinamiche interne al Pd. Sul primo versante la linea resta la stessa: opposizione. "Di Maio che mette il Pd sullo stesso piano della Lega, ci aiuta", dice un partecipante alla riunione. E i dem non andranno, a meno di ripensamenti dell'ultimora, al nuovo incontro proposto oggi da Luigi Di Maio. "Non ci sono novità rispetto ai giorni scorsi. Se avrà l'incarico ovviamente le vedremo ma prima del nuovo giro di consultazioni non ha senso", si spiega. Nè la 'rettifica' di oggi del leader pentastellato che ha detto di rivolgersi a tutto il Pd, senza escludere Renzi quindi, ha cambiato le cose: "Non esclude Renzi? Avrà fatto meglio i conti sui renziani nei gruppi Pd...". Ma c'è anche un altro nodo. Quello degli assetti interni. Per sabato 21 aprile è stata convocata l'assemblea dem che dovrà decidere il da farsi dopo le dimissioni di Renzi da segretario. Il reggente Maurizio Martina si è proposto ufficialmente per la segreteria. Al momento è l'unico candidato in campo. Ma non è detto che l'assemblea nazionale (dove la maggioranza renziana è bulgara) decida di eleggere un nuovo segretario in quella sede. Potrebbe decidere di andare subito al congresso. Ed è questa la linea caldeggiata dai 'falchi'. "Matteo sta ancora valutando ma molti di noi -si spiega in ambienti renziani- hanno chiaro cosa non vogliono...". Ovvero, Martina segretario. Anche perchè, se non riuscisse a partire un governo, ci sarebbero nuove elezioni. E quando si va al voto, le liste le fa il segretario.
Leggi anche