
Roma, 6 apr. (AdnKronos) - "Renzi deve decidere: se ritiene che la colpa della sconfitta non sia sua, ma mia o dei cambiamenti climatici ritiri le dimissioni. Se invece si assume una quota significativa di responsabilità, la cui conseguenza sono le dimissioni, deve consentire a chi ha avuto l'incarico pro tempore di esercitarlo". Il 'caminetto' di ieri con i fedelissimi renziani, più i due capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, non è piaciuto ad Andrea Orlando. E neanche le valutazioni che si sono fatte in quella riunione: l'assemblea del 21 aprile non elegga un segretario (ovvero Maurizio Martina) ma si vada subito al congresso anticipato. Renzi sta ancora valutando la cosa. Ma il fronte tra i suoi è compatto. Il congresso non lo chiedono solo i 'falchi', anche Delrio, per dire, è a favore delle assise anticipate. Mentre le minoranze di Orlando e di Michele Emiliano, ma anche pezzi della maggioranza di area franceschiniana sono per eleggere Martina segretario all'assemblea. "Le uscite di oggi di Orlando -dicono i renziani- non hanno affatto aiutato Martina però... lo stanno etichettando come il 'loro' candidato. Martina può essere segretario solo se diventa 'Matteo' Martina...". Insomma, deve garantire in tutto e per tutto Renzi. C'è anche l'ipotesi di un nome più 'renziano' da candidare alla segreteria all'assemblea del 21. Lorenzo Guerini o Ettore Rosato. Ma la cosa non sembra decollare. "Si decide nei prossimi giorni, ma o si trova un accordo su Martina o c'è il congresso. Un altro candidato è un'ipotesi poco verosimile", spiegano i renziani. Martina, dal canto suo, continua a lavorare da candidato unitario: "Non servono conte interne", ha detto oggi nel pomeriggio. "Chiedo unità e offro collegialità".
Leggi anche