
Roma, 14 lug. (AdnKronos) - A metà pomeriggio il "prendo atto della decisione di Emiliano" è l'unica reazione in chiaro di Maurizio Martina al nuovo caso che sta dilaniando il Pd. La segreteria annunciata ieri sera ha scatenato un nuovo caso. E sul banco degli imputati c'è il neosegretario accusato dal fronte renziano di non aver rispettato i patti sulla composizione della squadra del Nazareno e di non aver tenuto conto degli equilibri del congresso. "Sono evidentemente passato in minoranza", scrive Ivan Scalfarotto su twitter alludendo al fatto che la maggioranza renziana che ha vinto il congresso dello scorso anno, non è più tale nella segreteria Martina. Ma, a quanto viene riferito, nelle chat dei parlamentari il tono delle dichiarazioni è ben più pesante e più di uno si sfoga alludendo l'addio al Pd. "Basta, che ci facciamo ancora qui?". "Questa segreteria nella migliore delle ipotesi arriva fino a fine anno quando ci sarà il congresso. Nella peggiore accelera la nascita di qualcosa di nuovo...", si dice in ambienti parlamentari renziani. Ma anche dalle parti delle minoranza, le cose non vanno meglio per Martina. Michele Emiliano respinge l'offerta di partecipare alla segreteria (il leader dem aveva chiamato Francesco Boccia a farne parte). Carlo Calenda è caustico: "Questa non è una segreteria, è un harakiri", e chiede il congresso subito. Come Stefano Bonaccini, di cui in questi giorni si era parlato come uno dei possibili candidati renziani alle primarie.
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