Mafia: Niceta, antimafia cieca dannosa quanto Cosa nostra

cronaca
AdnKronos
Palermo, 2 ott. (AdnKronos) - "Il nome Niceta era presente nel mercato siciliano da più di cento anni, ora non esiste più. La Sicilia perde quotidianamente pezzi e non li perde solo per colpa della mafia ma per colpa di un'antimafia cieca che non vuole capire o, forse peggio, ha capito troppo". E' il duro atto di accusa dell'imprenditore Massimo Niceta, a cui la magistratura ha sequestrato diversi beni nell'ambito di un'inchiesta sulla mafia. Intervenuto al convegno organizzato all'Ars dal Partito Radicale, l'imprenditore se la prende soprattutto con le Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. "Da anni gridiamo la verità - denuncia Niceta - ma è scomodo ascoltarci, un magistrato di prevenzione ha un potere immenso nei confronti della nostra vita e del nostro patrimonio, non tanto patrimonio economico ma di persone". E poi a chi lo ha accusato: "Voi che ci criticate - dice -non dimenticate che la Saguto (ex Presidente Misure Prevenzione di Palermo ndr) è a processo e con lei diversi amministratori giudiziari infedeli, non potete dimenticarlo". "Noi abbiamo già scontato la nostra pena, cinque anni, che è quella di avere visto le nostre aziende distrutte e il nostro futuro compromess - spiega - Nessuno ha mosso un dito per cento famiglie di lavoratori, i sindacati sono spariti". "Io non ho precedenti penali i e i miei fratelli neppure, l'unico procedimento è stato concluso con una archiviazione. Pensare che siamo mafiosi è arduo". E conclude: "Siamo persone e cittadini che hanno diritti, anche i nostri figli che stanno scontando una pena che non sanno cosa sia. Ho tre figli a cui ho provato a spiegare perché papà non lavora più". Nei mesi scorsi, la Corte d'appello di Palermo aveva restituito al commerciante palermitano il 50% della Nica srl, la sua società che gestiva due negozi in un centro commerciale di Castelvetrano. L'altra metà gli era stata già ridata. Il sequestro era scattato nel dicembre 2013. Per l'accusa i Niceta - il padre Mario e i figli Massimo, Piero e Olimpia - avrebbero condotto per anni affari con il gotha di Cosa nostra. In particolare con i fratelli Guttadauro, Giuseppe e Filippo.

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