
Roma, 1 apr. (AdnKronos Salute) - Stop alla vendita 'precoce' delle uova di Pasqua, perché un consumatore su 4 ne ha già mangiato uno intero e in questo modo si alimenta l'epidemia di obesità, dilagante anche in Italia soprattutto fra i bambini. E' l'allarme lanciato dalla Royal Society of Public Health (Rsph) inglese, secondo cui le tattiche di vendita sempre più aggressive stanno esponendo a forti rischi la salute dei consumatori: a più di tre settimane dalla domenica di Pasqua, il 50% dei britannici ha già comprato e mangiato almeno mezzo uovo di cioccolato, e appunto il 23% ne ha mangiato già uno intero. E se si considera che un uovo di Pasqua medio contiene quasi tre quarti dell'apporto calorico giornaliero raccomandato per un adulto, si comprende la dimensione del problema.Secondo un sondaggio effettuato su 2.000 persone - riporta il Telegraph on line - più di tre quarti degli adulti sono convinti che i supermercati mettano in vendita troppo presto i dolci pasquali. E più dei due terzi delle persone intervistate pensano che i rivenditori sfruttino troppo le festività e le occasioni speciali per pubblicizzare e vendere alimenti non salutari, con il 38% che afferma che la propria dieta diventa meno sana del normale quando ci sono queste occasioni. Circa il 57% dei genitori afferma inoltre che il proprio bambino viene continuamente tentato dai dolcetti a tema pasquale esposti vicino alle casse dei supermarket. Shirley Cramer, a capo della Rsph, spiega: "Riconosciamo che le occasioni speciali come la Pasqua siano un momento dedicato all'indulgenza e alle leccornie. Tuttavia, molti negozi e supermercati stanno promuovendo troppo presto questi prodotti: non è raro trovare uova di Pasqua in vendita già dalla prima settimana di gennaio. Le nostre ricerche suggeriscono che il pubblico lo trova leggermente irritante e foriero di tentazioni inutili, in particolare per i bambini". "Se anche i supermercati si vogliono impegnare seriamente ad affrontare l'epidemia di obesità, dovranno cambiare le loro strategie di marketing nell'interesse della salute pubblica", conclude.
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