
Palermo, 11 lug. (AdnKronos Salute) - "Il fegato nuovo mi ha ridato la vita, sono trascorsi vent'anni e sto benissimo". Alfredo Valenza oggi ha 55 anni, alto, slanciato, camicia casual. Il suo è stato il secondo trapianto di fegato eseguito nel luglio 1999 all'Ismett di Palermo, e oggi racconta la sua esperienza a margine della celebrazione dell'anniversario della fondazione dell'Istituto. "Dopo 17 giorni di ricovero dopo il trapianto sono uscito dall'Ismett - ricorda - e dopo pochi giorni sono andato a lavorare. E da allora non mi sono mai fermato. Non ho mai voluto neppure l'invalidità. Ho ripreso la mia vita di sempre. Io sono qui grazie all'Ismett, se non fosse stato per loro oggi non ci sarei più". Alfredo ribadisce l'importanza della donazione. "Bisognerebbe fare un'opera di sensibilizzazione nelle scuole - dice - perché ancora oggi molti sono convinti che gli organi vengano prelevati quando si è ancora vivi. Nulla di più errato. C'è un'équipe che controlla che c'è la morte cerebrale, gli organi funzionano per la macchina. I genitori di un giovane morto in un incidente, per esempio, non sanno cosa fare. Serve un supporto ai genitori a cui va spiegato cos'è la morte cerebrale".
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